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La fase di edizione del film


La fase successiva è l’edizione, che comprende il taglio del negativo, il negativo ottico e la stampa delle copie: si costruisce il negativo finale da cui stampare la copia positiva. Parallelamente al taglio, si prepara la colonna audio finale: dal mix delle colonne sonore si ricava un negativo ottico, una pellicola negativa che sul bordo reca la traccia sonora sotto forma di segnale ottico.

Sovrapponendo in sincrono il negativo ottico e il negativo montato si ottiene il negativo finale, dal quale si può stampare la copia positiva del film, che reca la performazione per il trascinamento e il segnale di frequenza ottica che, decodificato dal proiettore, si trasformerà in suono.

Prima di stampare in serie le varie copie positive, per proteggere il negativo dai continui passaggi nella stampatrice, oltre che per salvaguardarlo da incidenti, si prepara un duplicato detto internegativo, dal quale si possono stampare poi in serie le copie positive.

Una volta ottenuto il negativo finale, bisogna scegliere la tonalità cromatica e l’intensità luminosa. Di questa operazione (posa delle luci o di stampa), decisiva per la qualità fotografica del film, si occupa il direttore della fotografia con il datore luci. Oggi è utilizzato il video color analyzer, uno strumento elettronico che, invertendo l’immagine impressionata sul negativo, visualizza su un monitor l’immagine positiva e riporta le indicazioni sulle percentuali dei colori e l’intensità della luce.

Si procede così alla stampa della prima copia che, di norma, non sarà mai soddisfacente. Occorrerà così correggere alcuni dosaggi con l’analyzer, rifare il bandino perforato delle parti corrette e procedere alla stampa di un’altra copia, continuando fino al raggiungimento della copia campione, la copia positiva che servirà da campione per la stampa di tutte le altre.

Per sottoporre la pellicola a lavorazioni particolari (titoli di scena, sovrimpressioni, fondu, ecc.) si usa la truka, un congegno elettromeccanico costituito da un banco con alcuni proiettori, gruppi ottici e una cinepresa: le bobine di pellicola da lavorare, illuminate dai proiettori, impressionano la pellicola vergine sovrapponendosi l’un l’altra con tutte le modificazioni operate dalle ottiche.

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