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La lirica e l'ideale cortese

A inizio XII secolo, nelle corti della Provenza, la vita dell'individuo e della società è regolata da un codice comportamentale e sociale: la cortesia. Di questo codice la poesia lirica dei trovatori, è la più alta espressione. La cortesia è un'ideale estetico ed etico, e un sistema di valori: coraggio, generosità, senso della misura e lealtà tutti riassunti nel fin'amor, l'amore nobilitante per la dama.
Un tipo di lirica cortese si sviluppa anche in ambito germanico con i Minnesanger (da Minnesang, canto d'amore). Anch'essi cantano un amore che nobilita chi lo prova. Coniugato a perplessità metafisiche o intellettuali, l'amore ha dettato le regole della poesia lirica fino al XX secolo.

Il romanzo è un'altra invenzione medievale. Se il termine in origina indica qualsiasi opera tradotta dal latino al volgare in seguito indicherà, come già per Chretien de Troyes, un'opera immaginaria di avventure e amore (in versi, la prosa sarà introdotta in seguito).

Il romanzo si distingue dalla chanson de geste per essere letto e non recitato. I primi romanzi sono adattamenti di opere dell'antichità latina; uno dei più diffusi è il Romanzo di Alessandro, racconto inventato della vita del re macedone. Con Chretien de Troyes il romanzo si affranca dal racconto delle leggende classiche e adotta la materia di Bretagna, quella di re Artù (romanzo arturiano).

Tratto da LETTERATURA COMPARATA di Domenico Valenza
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