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Criteri per entità teorica. Realtà e oggettività


Quindi dovremo per ogni singola entità porci il problema della effettiva corrispondenza tra il termine teorico che dovrebbe descriverlo. Il tentativo è questo secondo il prof: i criteri sono almeno due:
Un criterio necessario per accettare come esistente un’entità teorica è che tale entità deve essere reale (utilizzando questo termine intendendolo come i “realia” ossia oggetti percepiti in maniera nuda e cruda; esistenza invece indica le proprietà dell’entità come ci ha suggerito Frege; oggettività è infine invarianza). Io cioè riesco a concepire all’interno della mia scienza (delle conoscenze che possiedo) un essere senziente in grado di percepirla. Gli atomi e la curvatura dello spazio sappiamo che potremmo percepirlo se avessi una struttura biologica diversa. Quindi siamo in grado di concepire un essere senziente in grado di percepire gli atomi, i campi magnetici. Viene un dubbio in questo caso un dubbio: riflettendo sul tavolo viene difficile pensare ad un essere senziente in questo mondo capace di cogliere un tavolo nella sua essenza, cioè nella sua totalità oggettuale.
Inoltre un’entità teorica per avere un corrispettivo fattuale nel mondo deve anche essere oggettiva cioè invariante. L’invarianza non è difficile cogliere che è un concetto “graduabile”; un’entità totalmente invariante è un’entità assolutamente oggettiva (esempio la velocità della luce).

Tratto da FILOSOFIA DELLA SCIENZA di Carlo Cilia
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