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Probabilità epistemica e probabilità ontologica


Il teorema di Snir e Gafman dimostra che il criterio Bayesiano ci porta effettivamente ad una progressiva scoperta della verità. Il modo di aggiornare le probabilità è un buon modo di avvicinarsi alla verità. È vero però che quando abbiamo a che fare con teorie molto complicate, il sistema bayesiano rischia di non funzionare più, perché spesso ci si trova di fronte ad un problema di comparazione tra più teorie.
Noi fin qui abbiamo lavorato con le probabilità “epistemiche” che riguardano le nostre credenze, e quindi il nostro “modo” di rapportarci al mondo e di intendere il concetto di probabilità. Ma esiste un altro concetto di probabilità ed è la probabilità ontologica che si basa sulla frequenza relativa. Essa si basa su un dato fisico, oggettivo. Se ci provo con 10 ragazze e con 2 va a buon fine, constato un dato di fatto e cioè che 2 ragazze hanno abboccato. Questo è un “pezzo di mondo”. Perché questa constatazione di fatto si trasformi in “credenza” io devo poter dire che ciò che ho constatato si verificherà con buona probabilità in futuro. E per far ciò ho bisogno di un numero enorme di casi, e di casi differenti, altrimenti non avrò mai il diritto di affermare che ogni qual volta ci provo con 10 ragazze 2 ci stanno. La frequenza relativa non ha di per se alcun valore epistemico, e quindi non è un buon metodo in ultima analisi per la scienza se non in casi eccezionali in cui appunto riesco a raccogliere un numero enorme di casi che può giustificare quel valore.

Tratto da FILOSOFIA DELLA SCIENZA di Carlo Cilia
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