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Valore della scienza. Esistenza reale delle cose


Arrivati a questo punto dobbiamo cercare di tirare le somme su che valore ha la scienza, cioè cosa riesce a darci la scienza in termini conoscitivi riguardo al mondo. La scienza si limita a descrivere il mondo utilizzando degli strumenti più o meno validi o è in grado di coglierlo ontologicamente?
Il problema è allora quello dell’esistenza reale delle cose. Certo dobbiamo partire dal presupposto che come dice Frege i predicati di esistenza sono predicati di secondo grado; questo vuol dire che un oggetto esiste in relazione alle sue proprietà. Ossia “esiste un x tale che”; esiste Carlo? Questa domanda coincide con “esiste un Carlo tale che ha gli occhi azzurri, i capelli castani, ha due braccia, due gambe ecc…
Non cmq non seguiamo l’impostazione squisitamente linguistica di Frege, perché il nostro problema non è linguistico ma ontologico. È chiaro che, inutile a dirlo, tutte le volte che ci riferiamo alla realtà delle cose e alla loro esistenza utilizziamo un linguaggio e che quindi il problema della realtà è anche un problema linguistico. Ma noi non vogliamo ridurlo solo a questo. E dobbiamo anche avere chiara l’idea di Wittgneistein secondo il quale “il linguaggio va in vacanza” ossia non è in grado di cogliere nella sua essenza la realtà, ma si sforza semplicemente di descriverla. Tutto però si gioca all’interno del linguaggio.
La domanda che noi ci facciamo è una domanda eterna ed eternamente insolubile perché abbraccia una serie enorme di implicazioni che ci fanno allontanare dal piano ontologico. Ma è pur sempre la domanda “prima” nel senso che è la più importante. In ultima analisi infatti l’obiettivo di ogni scienziato e soprattutto di un filosofo della scienza deve essere quello di giungere a cogliere la realtà ontologicamente e non considerarla solo per il modo in cui si esplica. Carnap abbiamo visto che rinuncia a questa domanda e noi vogliamo invece nuovamente provare a porcela. Lui è un agnostico. Lui non nega l’esistenza delle realtà non percepibili (ad esempio gli elettroni) ma sospende il giudizio epoche). E come lui fa Van Frassen.

Tratto da FILOSOFIA DELLA SCIENZA di Carlo Cilia
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