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La poesia della Neoavanguardia

Il senso di una clamorosa rottura con il passato è evidente fin dall'uscita dei Novissimi (1961), antologia lirica con testi di Balestrini, Pagliarani, Sanguineti, che rappresenta il primo documento ufficiale prodotto dal movimento che era nato sulle pagine del Verri e che diventerà poi il Gruppo 63. Dalle avanguardie storiche, il Gruppo 63 riprende deliberatamente la carica protestataria.

La lezione delle avanguardie è però calata in un contesto storico mutato rispetto al primo Novecento: fondamentali sono da un lato i modelli di Pound ed Eliot, dall'altro il pensiero di Marx, Benjamin e Adorno, sulle cui basi i poeti interpretano la crisi della società e della cultura italiana. L'estetica di Adorno, in particolare, comporta l'idea di una poesia moderna, spiazzante e aggressiva, adeguata alla situazione determinata dall'industria culturale e dalla comunicazione di massa.

Il Gruppo 63 rigetta le nozioni di impegno e poesia civile. Il realismo della Neoavanguardia, la sua opera di disvelamento e autocritica, si basa sulla dissacrazione di due elementi della lirica moderna: la tensione sublime del linguaggio poetico e la presenza del punto di vista individuale.
Significativa è anche l'uso di una metrica informale, fatta di lunghi versi privi di regolarità ritmiche, retti dal respiro o da criteri tipografici; andare a capo diventa così un procedimento arbitrario.

A posteriori occorre sottolineare che l'incidenza della poesia del Gruppo 63 sulla lirica italiana si è esercitata più sul piano degli stimoli culturali e politici che sul repertorio delle forme poetiche. Sono pochi gli autori di valore che accettano fino in fondo di adoperare i suoi strumenti del mestiere.

E' vero invece che tutti o quasi i poeti italiani più importanti, e tra questi anche i più refrattari allo sperimentalismo, mostrano di risentire tanto dell'impegno teorico quanto del nuovo realismo perseguito dal gruppo 63, non più basato sul mero rinnovamento tematico, ma sull'elaborazione di linguaggi misti. Si apre insomma uno spazio di riflessione per molti letterati.

Tratto da LETTERATURA ITALIANA MODERNA E CONTEMPORANEA di Domenico Valenza
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