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Orwell e la falsità della felicità


Anche in Orwell il rapporto tra felicità e libertà è presente e riveste grande importanza. Qui si configura in due modi diversi: quello ingenuo di Winston Smith, analogo a quello classico delle antiutopie, secondo cui i termini tra loro sono incompatibili e l'uomo rinuncia all'uno per ottenere l'altro che gli viene assicurato da uno Stato più o meno utopicamente ordinato, e quella cinica e feroce di O'Brien, che smonta la visione ingenua di Winston e asserisce chiaramente che lo Stato non si prefigge né la felicità né la libertà.
Il tema è poi presente anche in Bradbury dove si sottilinea l'inconsistenza e l'intrinseca falsità della felicità derivante dallo stolido edonismo che caratterizza e informea di sé l'ethos di quel mondo.

Tratto da LETTERATURE COMPARATE di Gherardo Fabretti
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