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La poesia civile ed erotica di Orazio

La poesia civile ed erotica di Orazio


Per quanto riguarda la poesia civile, essa non può risolversi in mera propaganda in versi. Orazio, pur lodando il principato augusteo, si mantiene distaccato, ruotando su un orbita di indipendenza intellettuale. Egli non manca certo di lodare il valore dei combattenti morti per la causa della repubblica e nemmeno di lodare il comportamento di Cleopatra , che preferisce il suicidio all’onta della sconfitta. Anche le sue lodi al principe sfuggono alla tradizione encomiastica e cortigiana, tipica della poesia alessandrina: la sua, più che una lode, è un manifestazione di gratitudine per la pacificazione dell’impero. Nella poesia civile l’ideologia augustea e il moralismo oraziano trovano numerosi punti di contatto: la crisi era dovuta alla decadenza degli antichi costumi romani e all’abbandono degli antichi costumi morali e religiosi che avevano fatto grande Roma; la critica del lusso e delle stravaganze. Abbiamo anche un tipo di poesia “erotica, che si nutre del distacco ironico dalla passione. La poesia amorosa di Orazio è ritualizzata, fatta di movenze e comportamenti prestabiliti; è distaccata, fatta di contemplazioni delle varie vicende amorose; ma è anche passionale e cosciente delle sofferenze che l’amore può causare.
Orazio si dedica anche agli inni. Di greco gli inni conservano solo il formulario e l’andamento, poiché la lirica religiosa oraziana è priva del legame con un’occasione religiosa.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA LATINA di Gherardo Fabretti
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