Skip to content

Petronio Arbitro : biografia



PETRONIO ARBITRO → 14 – 66 Cuma.
    
La vita di Petronio si perde nelle nebbie del tempo. Se il Petronio del Satyricon è lo stesso del Petronio di cui Tacito parla negli Annales si tratta di Petronio Nigro, libertino alla corte di Nerone, governatore della Bitinia, console e successivamente intimo dell’imperatore (Tacito lo definisce “l’arbitro di raffinatezza” di Nerone). Petronio era tenuto in altissima considerazione da Nerone, che lo considerava il suo maestro di raffinatezza e buon gusto, il suo maestro delle cerimonie, il suo mentore del gusto estetico. In effetti la figura di Petronio si avvicina molto a quella del cortigiano o del dandy. Nel 66 il prefetto del pretorio Tigellino, geloso del successo di Petronio, lo accusò di far parte della congiura di Pisone: lo scrittore si suicidò ma non prima di aver rotto il sigillo per impedire che cadesse nelle mani dell’imperatore, e di aver scritto una lettera che descriveva dettagliatamente i suoi vizi e le sue malefatte. La morte dello scrittore è paradossale almeno quanto la sua vita: niente testamenti filosofici, niente lettere solenni, niente azioni spettacolari. Tagliandosi le vene e rallentando l’emorragia ad arte per alcune ore banchettò e scrisse la famosa lettera di denuncia per poi distruggere il suo anello al fine di evitare che venisse utilizzato in altri intrighi o congiure. La morte di Petronio suona un po’ romanzata ma non si capisce perché un uomo che ha costruito a regola d’arte un’opera come il Satyricon non abbia potuto trattare con la stessa arte la sua morte. Tacito ritrae Petronio come un personaggio dedito alla ricerca dei piaceri raffinati, pigro nella vita ordinaria ma energico negli affari pubblici.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA LATINA di Gherardo Fabretti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.