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Immagine-cristallo, flashback e immagine-sogno in Deleuze


Il riconoscimento attento implica un riflusso del soggetto sul piano del ricordo o del sogno, ossia su una “immagine semi-virtuale” che prefigura (ma non è) l’immagine-cristallo. Il flashback mantiene la distinzione presente / passato, e tale distinzione è articolata dapprima in modo grezzo e con la convivenza dei due piani, poi in modo più raffinato con "Alba tragica" di Carné, che distingue i due tempi passando dall’uno all’altro, e con Mankiewicz che li articola in modo complesso; il flashback è un passato nella forma di un presente, l’immagine  cinematografica, ossia un “ex-presente” distinto dal presente in genere con la dissolvenza incrociata, una “immagine-ricordo”.
Anche la “immagine-sogno” è un’immagine semi-virtuale, che collega reale e non reale, tipica dell’avanguardia europea contrapposta al realismo hollywoodiano, con il surrealismo di Cocteau; nel cinema istituzionale il sogno è attribuito a qualcuno e distinto da marche visive e sonore che lo “mettono tra virgolette”, ma si sostiene che la dichiarazione dello statuto onirico di una sequenza scinde il soggetto dal suo pensiero, creando una “discernibilità” che mette in crisi la credibilità dell’immagine cinematografica stessa, e Hitchcock ne fa scarsissimo uso; Deleuze distingue perciò sogno “esplicito” e “non dichiarato”, e seguendo Devillers delinea un “sogno implicato”, un “onirismo diffuso” in cui l’immagine si prolunga in “movimento di mondo” che è movimento non del personaggio, ma che il mondo assume in luogo del personaggio fermo, un fenomeno tipico del musical di Minnelli (Brigadoon) e del comico di Jerry Lewis e Jacques Tati; le immagini quasi-virtuali sono dunque immagine-ricordo, immagine-sogno (esplicito) e immagine-mondo.

Tratto da SEMIOLOGIA DEL CINEMA di Massimiliano Rubbi
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