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Sequenze di "Una pura formalità" di Tornatore



La segmentazione più opportuna si basa su sequenze autonome narrativamente, e "Una pura formalità" si divide in 10-12 sequenze; I sequenza = titoli di testa, notte, bosco, sparo, uomo che corre e viene fermato ad un posto di blocco : presentazione del protagonista; II = ostilità del personaggio verso i presenti nel commissariato; III = primo interrogatorio (da ostilità ad amichevolezza); IV = annuncio di un mistero; V = secondo interrogatorio (da amichevolezza ad ostilità); VI = (entro cui si ha cambiamento di luogo, e dunque racchiude 6° e 7° scena) tentativo di fuga dal commissariato; VII = terzo interrogatorio (da ostilità a neutralità); VIII = ricostruzione della memoria narrativa di Onoff (svolta narrativa del film); IX = quarto interrogatorio (fotografie, suddivisibile in 2 sequenze entro la stessa scena, il ricordo del suicidio e la fine della pioggia con la telefonata); X = finale (partenza di Onoff).
Entro ogni sequenza si può attuare un “découpage” nei vari piani o inquadrature (porzioni entro due giunte di montaggio); le informazioni su ogni piano si possono inserire nelle aree dell’inquadratura (numerata entro la sequenza in serie, con relativa durata), della “colonna visiva” (elementi visivi, divisi in scala dei piani – movimenti di macchina – angoli di ripresa, ossia messa in scena, e avvenimenti – movimenti dei personaggi – “profilmico”) e della “colonna sonora” (divisa in dialogo, rumori e musica, sia diegetica, interna al film, che extradiegetica); la scelta della prospettiva da cui analizzare la messa in scena dipende dal livello narrativo, e da ciò dipende la scala dei piani, il tipo di movimento (o di staticità) della macchina da presa (ad es., a 90° con i protagonisti); il “profilmico” include tutto ciò che sta “prima del film”, illuminazione in particolare; nella colonna visiva si inserisce anche il fatto che un’inquadratura sia “flashback”; la scala dei piani è antropocentrica, per cui ciò che conta è la porzione di figura del protagonista inquadrata.

Tratto da SEMIOLOGIA DEL CINEMA di Massimiliano Rubbi
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