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Filangieri e il nuovo ordinamento educativo

Filangieri e il nuovo ordinamento educativo

La vera suggestione della pedagogia illuministica sta nel suo modo originale di rivendicare l'autonomia della ragione umana, sostenuta dalla riflessione intesa a liberare la società dalla eccessiva influenza della tradizione e dai pregiudizi, favorendo l'acquisto della forza ragionatrice che portasse verso una società civilizzata, capace di favorire il miglioramento delle condizioni economiche e morali tramite la formazione che si volle controllata, sia nelle repubbliche sia nella monarchie, dallo Stato e indirizzata allo sviluppo della Nazione.
Il nuovo movimento riconosceva all'uomo un ambito di libertà in cui l'azione educativa avrebbe potuto influire sulle facoltà sensoriali e sulla ragione. Questo nuovo spirito pedagogico aveva come obiettivo un mutamento generale, che desse nuove regole alla società e che assicurasse l'acquisizione di condizioni umane e sociali idonee a ridurre l'ineguaglianza provocata dalla organizzazione cetuale della società e dall'indigenza materiale e spirituale.
Ne conseguì un radicale mutamento di prospettiva nel campo dei processi educativi, di cui si cominciarono a valutare i vari fattori esterni all'individuo e a rapportarne gli effetti all'interesse dell'intera società sotto la tutela della legge, a cui fu attribuito, secondo Filangieri, nella sua razionalità e nella sua giustificazione storica, il ruolo di fondamento della possibilità di una convivenza civile.
Qual era il nuovo punto di forza del nuovo orientamento? La facoltà dello Stato di selezionare i cittadini e di favorirne lo sviluppo intellettuale a prescindere dal loro ceto di appartenenza, poiché, come ebbe già modo di far presente il Muratori, l'ignobile superiore in ingegno è preferibile al nobile.
Filangieri tuttavia operava nel Regno di Napoli, dove l'esigenza di rinnovamento della cultura tradizionale non troverà valido sostegno in Carlo III. Lo troverà, però, in quell'aristocrazia intellettuale che era presente ancora prima dell'insediamento del re. Il nuovo orientamento culturale mise in sospetto l'Inquisizione ma provocò comunque una netta virata degli interessi di tali intellettuali, che dai quesiti metafisici passarono a interessarsi del problema educativo, e più generalmente del miglioramento delle condizioni economiche e morali, attribuendone le colpe allo Stato.
In quest'ottica, mentre nella Francia rivoluzionaria iniziava il dibattito sui progetti di riforma che prevedevano un impegno globale dello Stato per garantire una istruzione a tutti i cittadini, a Napoli, Gaetano Filangieri elaborava il suo modello di piano educativo e scolastico inserito in un progetto astratto e ideale di società che investiva la politica, la morale, l'economia, il diritto, la religione, l'educazione.
Filangieri dedica al piano educativo il quarto libro della sua Scienza della legislazione. Pur contemplando ancora una società composta da due popoli, poneva tutti su un piano di uguaglianza, sostenendo il bisogno di avviare il processo educativo per tutti mediante un metodo che rispettasse la natura.
Rispettare la natura significava iniziare dall'educazione dei sensi, e affidare allo Stato, per mano dei magistrati, l'avviamento del processo educativo, in una scuola pubblica che fosse responsabile della formazione morale ed economica di tutti i cittadini. Il piano di Filangieri era figlio di quella delusione della politica ferdinandea che spingeva ora a creare un utopico mondo in cui anche il potere politico fosse assoggettato alle leggi. F. apparteneva a quella scuola di ottimismo sociale che si rivolgeva fiduciosa alla legislazione, ritenendola sufficiente a sconfiggere i mali dell'uomo in quanto capace di rimuovere ogni ostacolo al raggiungimento della felicità del genere umano, alla libertà del pensiero, del lavoro, dello scambio e nello stesso tempo, in grado di educare e istruire i cittadini dirigendone le passioni. Filangieri si ispira a Rousseau, a Locke e Vico, a Genovesi, interpretando l'educazione come acquisto graduale della psiche, che si svolge per gradi, fino alla consapevolezza del volere, alla conquista di un sano carattere morale, mediante l'istruzione educativa prevista dalla legge.

Tratto da STORIA DELLA PEDAGOGIA di Gherardo Fabretti
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