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La scuola delle Annales


LE “ANNALES” E LE MOLTE STORIE. La scuola delle Annales ha avuto un ruolo sorprendentemente grande nel rinnovamento della ricerca storica, illuminando le permanenze strutturali rispetto agli avvenimenti storici, introducendo lo studio delle mentalità e guardando ad una storia totale che considerasse tutti gli aspetti e i fattori legati ad un momento storico. Volta alla scoperta delle ripetizioni, delle strutture e delle uniformità dei processi, questa nuova storia ha rappresentato un modello di spostamento metodologico rilevante rispettto alla tradizione storiografica ideografica, che intendeva piuttosto afferrare la singolarità dei fenomeni storici.
Fin dal 1929 sono almeno tre le idee che animano la Scuola delle Annales:
- l'inserimento di una storia analitica orientata ai problemi, al posto di una tradizionale storia narrativa
- la storia dell'intera estensione delle attività umane invece di una storia esclusivamente politica
- la collaborazione con le scienze sorelle, come geografia, sociologia, psicologia, economia, linguistica, antropologia culturale, statistica eccetera.
Insieme a questo triplice criterio metodologico subentra la volontà di considerare gli avvenimenti all'interno di una storia di lunga e lunghissima durata, senza negare la variegata superficie carica di fratture, discontinuità e mutamenti che operano nella profondità delle strutture.
Tale modello storiografico è passato ad animare anche la ricerca storico – pedagogica, soprattutto in Francia e in Italia, dove più era necessario superare l'ideologismo della storiografia pedagogica. Due esempi paradigmatici in questo senso sono Ariès e Foucault. Il primo è stato un importante medievalista, nonché storico della famiglia e dei costumi sociali; fondamentali furono i suoi studi sull'infanzia. Il secondo era legato a modelli strutturalisti anziché vicini al modello annalista, ma comunque convergenti con tale modello; anticartesiano e antiumanista, poneva il soggetto come fondamento di una più generale fenomenologia storico – sociale e vedeva nella pedagogia una delle scienze umane in grado di affinare e veicolare la tecnologia del potere.

Tratto da STORIA DELLA PEDAGOGIA di Gherardo Fabretti
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