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Dai Ricordi d'infanzia e di adolescenza...

In Ricordi e in Storia di un'anima, Leopardi sceglie ancora l'autobiografia, sceglie di raccogliere le pietruzze nere e bianche che simboleggiano i giorni infelici e felici di una vita. I Ricordi è l'unico tra gli incompiuti scritti autobiografici che si propone di passare dal sistema dell'archivio al sistema testuale, cioè dal privato al pubblico, in controtendenza con Storia di un'anima.

Come fisionomia, il romanzo doveva essere una "short, lyrical, nonretrospective novel" come il Werther o l'Ortis, assumendone a tratti la forma epistolare. Leopardi pensa inoltre di inserire scritti giovanili e lettere; e molti appunti sono vicini a quelli dello Zibaldone, in Memorie della mia vita. A conferma sta anche l'abbozzo in prima persona; la terza si affaccia con la morte del protagonista. Il romanzo sarebbe stato raccontato da un depositario vivo delle carte, come Werther e Ortis.

Alcuni contenuti si possono fissare: i ricordi d'infanzia, stagione prima svalutata e da Rousseau in poi chiave d'accesso privilegiata. Inoltre, l'assenza di riferimenti alla vita intellettuale, in favore della vita interiore. Anche i ricordi di letture sono ricondotti alle esperienze di vita umana.

Tratto da L'AUTOBIOGRAFISMO DI LEOPARDI di Domenico Valenza
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