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Per il diario del primo amore: Leopardi diarista e Alfieri autobiografo

A proposito delle carte inedite del fratello, Carlo Leopardi suggerisce che esse sono scritte "come sarebbero scritte dall'Alfieri". D'Intino ha rilevato che dalla Vita di Alfieri, il giovane Leopardi ricava l'intreccio, i tratti dei personaggi, alcune indicazioni filosofico-estetiche (tra cui il programma del parlare di sè come studio dell'uomo), la descrizione analitica dei sintomi della passione.

Ancora, la Di Girolami osserva che, in un passo della Vita, l'Alfieri autobiografo chiama in causa l'Alfieri diarista. Il vecchio tratta il giovane con distacco, ma nel diario vede la precocità della autoanalisi e un preludio al futuro poeta. La scelta di Alfieri è stimolante, e Diario del primo amore è un diario per decifrare se stesso, "con la penna non che col pensiero", scriveva Alfieri.

D'altra parte, il Diario è anche un esperimento originale e non comincia come tale. L'inizio è una moviola della memoria, il passaggio al diario avviene all'indomani della partenza della Signora. Il ricongiungimento col presente della scrittura è segnato da "ed ora" e coincide con la fine delle avventure: partita la Signora, Leopardi passa dal vivere l'esperienza del primo amore a scriverla.

L'autobiografia alfieriana non forniva al giovane Leopardi solo l'appoggio operativo, tematico e ideologico; conteneva pure l'invito a una scrittura diaristica autoanalitica. Della Vita, raccoglie dunque lo stimolo. Più fedele di cos" all'amato Alfieri il giovane Leopardi non poteva esserlo.

Tratto da L'AUTOBIOGRAFISMO DI LEOPARDI di Domenico Valenza
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