Farmacologia - Pagina: 113
quindi si può ipotizzare che se un individuo ha minori quantità di BDNF risponde peggio agli eventi stressanti. Evidenze a favore dell'ipotesi monoaminergica della depressione: Schildkraut (1965) suggerisce che la depressione sia correlata ad un deficit di monoamine (NE o 5-HT) in specifiche aree del cervello, mentre la mania sarebbe associata ad un loro aumento. I farmaci che esauriscono le monoamine (es. la reserpina, che ne inibisce la captazione vescicolare, rendendo le monoamine suscettibili alla degradazione da parte della MAO) inducono depressione. La maggior parte dei farmaci antidepressivi potenzia in vario modo la trasmissione monoaminergica. La concentrazione delle monoamine e dei loro metaboliti è inferiore nel fluido cerebrospinale dei pz depressi. L'ipotesi è probabilmente troppo semplicistica: gli antidepressivi modificano velocemente la concentrazione di monoamine cerebrali, ma gli effetti terapeutici sono ritardati di varie settimane.
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Dettagli appunto:
- Autore: Andrea Panepinto
- Università: Università degli Studi di Pisa
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Corso: Logopedia
- Esame: Farmacologia
- Docente: Prof.ssa Biancamaria Longoni
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