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Gli aspetti principali dell'illuminismo

Gli aspetti principali dell'illuminismo


Le caratteristiche dell’illuminismo possono partire dalla metafora della luce, che nasce in Francia e passa per la Germania e l’Italia e solo più tardi in Inghilterra. Alla metà del secolo, la consapevolezza di vivere in un’epoca illuminata o filosofica è presente e rivendicata da Voltaire, Diderot e D’Alembert, fino a diventare luogo comune in tutta Europa. Questa consapevolezza contiene una doppia considerazione, entro la quale si iscrive il progetto teorico e politico dell’Illuminismo: una valutazione del cammino percorso dall’umanità, cioè del suo progresso scientifico, tecnico e culturale, e un’indicazione rivolta ala futuro, di ciò che ancora deve essere attuato per la felicità dell’uomo.
Una spiccata propensione al giudizio sul passato e presente e una forte tensione progettuale caratterizzano l’Illuminismo. Metro e strumento è la ragione, che assume una valenza critica e normativa: critica perché è di fronte al tribunale della ragione che filosofie, istituzioni, dogmi e tradizioni si devono presentare perché ne sia giudicata la legittimità, la fondatezza e l’utilità; normativa, perché solo alla ragione si affida il compito e il diritto di prescrivere le leggi e i criteri in base ai quali si deve regolare e indirizzare la vita dell’uomo.
La stessa metafora della luce contiene in sé il termine antitetico delle tenebre e dell’ignoranza, in quanto luce è conoscenza; di qui la battaglia illuminista contro il pregiudizio, la superstizione, il fanatismo, il dogmatismo. Bersaglio privilegiato della critica è il sistema delle religioni positive, cioè delle religioni consolidate in dogmi, riti, apparati, alle quali gli illuministi non contrappongono in genere l’ateismo, ma i principi di una religione naturale o razionale, pensata e sempre vissuta come credenza in un essere superiore che ha come corollario la tolleranza. Sul piano politico, il richiamo alla religione e al diritto naturale guida la lotta contro i privilegi e le disuguaglianze fondate sulla nascita, contro il dispotismo dei sovrani e l’arroganza degli aristocratici e contro l’ingerenza del clero nel potere politico. La ragione, inoltre, non è più vista come il possesso di idee o principi eterni, garantiti da Dio, ma come uno strumento di indagine e ricerca della verità. Indagine e ricerca che muovono dall’esperienza e che trovano in essa le proprie conferme e i propri limiti.
L’Illuminismo è convinto della necessaria destinazione sociale del sapere, del suo valore operativo. La fiducia nella capacità trasformatrice della ragione e dei suoi prodotti, finalizzata a un ideale di fiducia mondano. L’Illuminismo è senz’altro ottimista. Anche se non professa un ottimismo ingenuo e acritico, anzi è ben consapevole di quanto di drammatico e di doloroso accompagna la vita di una creatura finita come l’uomo. Altre peculiarità sono l’incremento della produzione e del consumo di cultura, una diversificazione e un ampliamento dei luoghi di elaborazione e dei canali di comunicazione del sapere, nonché dell’enciclopedia. Un dato accertato è l’aumento dell’alfabetizzazione, anche tra la popolazione contadina.

Tratto da CONTRORIFORMA E SECONDO 800 IN LETTERATURA di Gabriella Galbiati
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