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Grottesco contemporaneo. Ciprì e Maresco


In Ciprì e Maresco troviamo la tomba del grottesco, non ci riferisce la resa mostruosa dell’umano, ma la debole umanizzazione del mostro, cioè di colui che per natura sta al di fuori della società. La subumanità è il carattere sociale distintivo, è l’azzeramento di qualsiasi spessore psico-sociale del soggetto. Non c’è più alcuna perversione, ci sono solo la pulsione e il suo soddisfacimento. LO ZIO DI BROOKLYN: è un racconto con trama praticamente assente, a Palermo viene chiesto a quattro fratelli di tenere prigioniero un uomo da parte di due nani mafiosi. E’ il racconto di un’umanità ridotta alla fisiolgia, dove l’handicap non è l’eccezione ma definisce la natura propria dell’umano. Nella fine del film tutti quelli che sono comparsi nel film accorrono in una festa che riprende completamente l’imagerie grottesca: astrazione dell’ambiente, reversibilità della morte in vita. Il ballo attorno al carro funebre. TOTO CHE VISSE DUE VOLTE: composto da tre episodi il rapporto tra grottesco e sublima e triviale e sacro; 1. Paletta è una figura cristologica costretta a percorre le via crucis fino a ritrovarsi morto nel tabernacolo al posto di Cristo. Si viene a rappresentare la trasposizione fino ai livelli più bassi del realismo. Il grottesco gioca sulla coincidenza degli opposti, di sacro e sublime.

Tratto da CORPO E MASCHERA NEL CINEMA ITALIANO di Asia Marta Muci
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