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Narrow Casting


Le sante verità:
- non c’è più un consumo medio, ma c’è il consumo personalizzato.
- non c’è più una sola comunicazione, ma c’è interattività dei mezzi.
Quale è l’evoluzione che porta qui?
La radio nei primi 900 è un aggregatore sociale, trasmette poco e male. I giornali e le riviste sono generiche e il colore offre una nuova possibilità al pubblicitario, la tv nei 50 è altro aggregatore anche se con canali statali, c’è la Sipra, c’è Carosello. Nei 70 ci sono le tv private, c’è la liberalizzazione. Oggi? Oggi ci sono i cellulari, c’è il ritorno della parola sempre e comunque (vedi i blogs in internet) anche se nei text messages il contenuto è orale anche se sono scritti.
Oggi la radio si è reinventata per un pubblico specializzato, i giornali sono a colori e hanno notizie anche frivole, i settimanali e le riviste sono specializzati, la tv è in crisi non c’è più il broadcasting (poche tv) ma c’è il narrowcasting (tipo sky o la tv satellitare con molti programmi tutti specializzati) e c’è internet. --> specializzazione dei contenuti e frammentazione del target.
Nasce la tv interattiva, schiacci il pulsante e entri nel magico mondo di Media shopping e compri sul divano (coach potato). Viene inventata la TiVo la tv che ti permette di bypassare la pubblicità o di entrare a mò di banner nei pop up che compaiono durante i programmi e ti danno promozioni, possibilità di vincere tv etc.
Le marche sfruttano questa commistione di mezzi [Nike che fa lo spot con Marion Jones che corre e l’atleta di jogging e la motosega che finisce online con diversi finali] ciò che si ricerca è la complicità sorridente, non forzata.

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