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Lingua parlata e lingua scritta


Il confronto fra oralità e scrittura è stato per secoli al centro del dibattito. Nella grammatica tradizionale, la scrittura assumeva una posizione di privilegio determinata dalla visione della lingua scritta come depositaria delle grandi tradizioni letterarie dei classici. A tale valutazione si contrappone l’affermazione dell’innaturalità della lingua scritta da parte di Saussure, tra gli altri: “La scrittura offusca la visione della lingua: non la veste, ma la traveste”.

Nel Novecento la priorità della lingua parlata sulla lingua è stata affermata a livello teorico, in base a diversi punti di vista come:

1. filogenetico, storicamente la lingua parlata precede la lingua scritta
2. ontogenetico, a livello individuale, l’acquisizione della lingua parlata precede quella della lingua scritta;
3. della prassi, la lingua parlata è caratterizzata dal canale fonico-uditivo;
4. socio-culturale; si evidenzia maggiormente nella lingua parlata l’interazione sociale;
5. interno; i mezzi paralinguistici di cui dispone la lingua parlata sono solo parzialmente trasferibili nella lingua scritta.

Il messaggio orale presenta caratteri che non ricorrono nel messaggio scritto. Ritmo, intonazione, qualità della voce caratterizzano la produzione del messaggio orale e che, insieme all’espressione del viso, al sistema gestuale e posturale, possono modificare l’effetto delle parole emesse. Pur nelle loro differenze, scritto e parlato sono oggi complementari nella diversità delle funzioni assolte.

Tratto da INTRODUZIONE ALLA LINGUISTICA APPLICATA di Domenico Valenza
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