Skip to content

Hitler e Mussolini per la guerra – Richard J. Overy


Tanto Hitler, quanto Mussolini consideravano inevitabile, nel lungo periodo, la guerra. E se nel 1914 la guerra, prevista dai generali di due o tre mesi, divenne invece di logoramento, era coscienza di molti che se mai una guerra fosse scoppiata di nuovo, sarebbe stata tra intere popolazioni, e senza limiti. La prospettiva di una guerra all’ultimo sangue spiega perché ci fosse tanta ostilità a livello popolare per il riarmo, anche in popolazioni con forti sentimenti nazionalistici. La paura più grande era quella dei bombardamenti. L’idea che l’aviazione potesse portare un paese alla disfatta nel giro di ore cominciò a farsi strada nell’immaginazione popolare e trovò conferma dopo che forze aeree giapponesi e nazi-fasciste bombardarono la Cina e la città spagnola di Guernica. Questo terrore si diffuse a livello popolare con tale intensità da agire come un freno potente sulla reazione di Gran Bretagna e Francia all’aggressione tedesca.

La minaccia di guerra sarebbe terminata solo di fronte ad un ridimensionamento dei paesi revisionisti, ma niente di tutto questo si verificò. Nel novembre del 1937 il Giappone avviò una guerra più aperta contro la Cina; da par suo l’Italia rafforzò i suoi interessi nel Mediterraneo occupando l’Albania. Ma la questione chiave restava la Germania. Se, in un primo tempo, conquistata l’Austria, fu giustificato il comportamento di Hitler dalla durezza delle condizioni del trattato di Versailles, nell’estate del 1938, con l’annessione della Cecoslovacchia, cominciò a ledere gli interessi sovrani di Stati non tedeschi.

Tratto da STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Domenico Valenza
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.