L'alta finanza e la pace del XIX secolo - Karl Polanyi

Il potente strumento sociale che rese effettivo l’interesse per la pace fu l’alta finanza, che funzionava come il principale legame tra l’organizzazione politica ed economica del mondo. Le motivazioni di questo organismo affondavano sicuramente nella sfera privata dell’interesse strettamente finanziario. I banchieri erano tutt’altro che pacifisti: avevano fatto fortuna nel finanziamento delle guerre, erano sordi a condizioni morali, ma tuttavia i loro affari sarebbero stati ostacolati se una guerra generale tra le grandi potenze avesse interferito con i fondamenti monetari del sistema. La haute finance non era intesa come uno strumento di pace; questa funzione le capitò accidentalmente.

La finanza agiva come potente elemento moderatore nella politica di diversi tra gli Stati sovrani minori. Base aurea e costituzionalismo erano gli strumenti che facevano ascoltare la voce della City di Londra in molti dei paesi più piccoli che avevano adottato questi simboli di adesione al nuovo ordine internazionale. Se sotto la Santa Alleanza gli organi garanti della pace furono il feudalesimo e il trono, appoggiati dalla Chiesa, sotto il concerto europeo furono la finanza internazionale ed il sistema bancario nazionale ad essa alleato.

Negli anni novanta l’Alta Finanza era al suo vertice e la pace sembrava sicura più che mai. Nonostante la Triplice Alleanza, vi erano ancora più di due potenze indipendenti a sorvegliarsi gelosamente l’una con l’altra. Con i vasti accordi tra paesi iniziati a partire dal 1904, il Concerto europeo veniva infine sostituito da due raggruppamenti di potenze ostili. Quando le rivalità coloniali e le concorrenze per i mercati esotici si acuirono, la capacità della haute finance di impedire l’allargamento dei conflitti diminuiva rapidamente. Ancora per sette anni la pace si trascinò avanti, ma era soltanto una questione prima che la dissoluzione dell’organizzazione economica portasse la pace dei cento anni ad una fine.