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La crisi del '29 in USA, Germania, Inghilterra, Francia – René Girault e Robert Frank


Se analizziamo l’intensità relativa delle crisi tra i quattro Stati più sviluppati dell’epoca (USA, Germania, Inghilterra, Francia), notiamo quanto gli Stati Uniti sembrino più toccati dalla crisi rispetto agli tre paesi, nel paese più ricco del mondo il marasma è generale, la disoccupazione impressionante. Tuttavia, esso conserva la riserva aurea più elevata del mondo. Al confronto, la Germania conosce una difficoltà profonda poiché la sua industria subisce una scossa severa ma soprattutto, essa è l’unica a perdere una quantità considerevole delle sue risorse auree. Mentre la Francia pare relativamente risparmiata nel 1932-33, l’Inghilterra non può dire altrettanto.

L’inferiorità del Tesoro britannico è apparsa in maniera drammatica sin dall’autunno 1931, quando il governo di sua Maestà annunciava che la sterlina non era più convertibile. Nell’aprile, la stabilizzazione della sterlina lasciava apparire un calo di circa il 33% rispetto al suo valore aureo precedente. Tutta una tradizione di moneta britannica stabile svaniva. Egualmente, mesi dopo, crollava anche il dogma del libero scambio: la Gran Bretagna cedeva al protezionismo con l’adozione di una tariffa generale delle dogane. Simili rotture con le abitudini ebbero effetti nel mondo intero: il sistema del Gold Exchange Standard, creato nel 1922, non avrebbe funzionato bene con una prima moneta svalutata di fatto e una seconda, il dollaro, malata e sopravvalutata.

Tratto da STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Domenico Valenza
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