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Storia della polis aristocratica



La democrazia non va considerata fine e compimento della polis: i Greci pensavano fosse una bizzarria temporanea. In verità la storia della polis si può vedere come storia di progressiva conquista di spazio delle istituzioni pubbliche a spese del potere gestito senza controllo dalle grandi famiglie aristocratiche. Poi consideriamo un allargamento del numero di quelli ammessi nella gestione del potere, fino a comprendere nella democrazia oplitica tutti i proprietari terrieri che potevan procurarsi un'armatura. Tra metà e fine 7° sec. c'è un riequilibrio dell'importanza dei combattenti nella massa d'urto dei fanti. Gli eroi e i comandanti sono scomparsi, e ora la massa indistinta si fa forte, ciascun fante ha una bella armatura di bronzo, 30 kg. Nasce  l'oplita, da hoplon, scudo o intera armatura, e con lui la falange oplitica, che Sparta userà. Quindi ci sono forti mutamenti nell'arte di combattere, paralleli all'identificazione cittadino = soldato. L'ideologia egualitaria che si accompagna a questi mutamenti non è però una novità. Le comunità greche sono sempre egualitarie all'interno di quanti detengono il potere. Essere cittadini = far parte di un gruppo privilegiato...ma quanto è ampio questo gruppo? I combattenti oplitici li vediamo nelle lotte tra poleis vicine, il 1° forse tra Calcide ed Eretria. per lungo tempo la giustizia nelle poleis fu amministrata con leggi non scritte e trasmesse di padre in figlio anche con il canto. In questo quadro troviamo legislatori leggendari come lo spartano licurgo. L'introduzione dell'alfabeto e della scrittura toccarono quest'aspetto. I primi codici apparvero forse in comunità miste, dove c'erano Greci e stranieri, probabilmente a Creta. Abbiamo i nomi di 2 leggendari legislatori, Zaleuco e Caronda. Nel 7° sec appare anche il codice dell'ateniese Dracone. Di cosa si occupavano i codici? Omicidio, lesioni, furti, tare ereditarie, adulteri...non c'è l'idea di progresso. I codici sono infatti previsti “per sempre”, e il mutamento è percepito come pericolo.

Tratto da STORIA GRECA di Dario Gemini
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