Skip to content

Comunicazione pubblica nel fascismo


Si è così assistito a da una parte a un’amministrativizzazione del paese, e dall’altra agli effetti della sua inefficienza e della sua lentezza; da una parte al necessario ruolo di interfaccia, dall’altro alla sua chiusura nei confronti dei cittadini.
La struttura e il personale interno all’amministrazione rimasero invariati nel periodo fascista, a testimonianza di una decisiva continuità; proprio per questa continuità, l’amministrazione rimarrà uno dei punti dolenti della nostra compagine statale, e se all’inizio doveva rappresentare un collante, col tempo si è trasformata in un ostacolo tra istituzioni e società; anche a ristabilire questo rapporto tra amministrazione e cittadino dovrà contribuire la comunicazione pubblica.
Un elemento di discontinuità tra regime liberale e regime fasciata è proprio la comunicazione: il fascismo aveva individuato i referenti della comunicazione dello Stato nei cittadini, e non nelle elites; nella gente, e non nei partiti. Il sistema di simboli e suoni messi in atto dal fascismo fu sicuramente efficace. Qui arriviamo al paradosso della comunicazione istituzionale: mentre la costituzione fornisce il quadro di valori su cui questa comunicazione può esprimersi, quest’ultima viene associata proprio al fascismo, rimanendo sullo sfondo considerata come un pericoloso fantasma.

Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

  • Autore: Mario Turco
  • Esame: Teorie e tecniche della comunicazione pubblica
  • Titolo del libro: Teoria e tecniche della comunicazione pubblica. Dallo stato sovraordinato alla sussidiarietà
  • Autore del libro: Rolando
  • Editore: ETAS
  • Anno pubblicazione: 2003

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.