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I disturbi cardiovascolari


*comprendono le affezioni cliniche al cuore e all'apparato circolatorio.

L'ipertensione (pressione alta) esistenziale

La pressione arteriosa è misurata da due parametri, la pressione sistolica (entità della pressione arteriosa quando i ventricoli si contraggono, ovvero quando il cuore sta pompando) e la pressione diastolica (entità della pressione durante il rilassamento dei ventricoli). L'ipertensione predispone allo sviluppo dell'arteriosclerosi, all'infarto e all'ictus, e può causare insufficienza renale. Si parla di ipertensione esistenziale, quando non si riscontrano i segni di una causa biologica.
I fattori di rischio per l'ip. esistenziale comprendono la predisposizione genetica, l'obesità, il consumo eccessivo di alcolici, e il consumo eccessivo di sale. Frequenti innalzamenti della pressione arteriosa provocano l'inspessimento delle pareti arteriose, dando luogo a una vera e propria ipertensione.
I colloqui di lavoro stressanti, le calamità naturali e lo stress da lavoro producono innalzamentyi a breve termine della pressione arteriosa, ma devono intervenire più fattori predisponenti, perchè lo stress porti all'ipertensione esistenziale. Sia gli stati emozionali positivi che quelli negativi sono associati ad un incremento nei livelli pressori.
Le possibili diatesi (predisposizioni ad una malattia) dell'ipertensione esistenziale sono la rabbia, il comportamento di tipo A e la reattività cardiovascolare.
*Rabbia: la rabbia eccessiva e inappropriata (in particolare, la tendenza ad arrabbiarsi facilmente) è collegata a mediocri condizioni di salute, in maniera diversa tra gli uomini (espressione della rabbia → accresciuta reattività della pressione arteriosa) e le donne (soppressione della rabbia → accresciuta reattività della pressione arteriosa).
*Comportamento di tipo A:  tensione al successo/competizione, urgenza/impazienza e ostilità .
In particolare, urgenza/impazienza e ostilità sono predittive di un incremento doppio del rischio di sviluppare ipertensione.
*Reattività cardiovascolare: è data dalla misura in cui la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca aumentano in risposta allo stress. La reattività cardiovascolare è associata ad altri fattori di rischio per l'ipertensione, come lo status socioeconomico e l'appartenenza etnica.

Cardiopatia ischemica

Si presenta in due forme (angina pectoris e infarto miocardico).
*Angina pectoris: dolori periodici al torace, in sede retrosternale e irradiatisi alla spalla e al braccio sx, causati da sforzi fisici o da stress emozionali, che vengono alleviati dal riposo o dalla terapia farmacologica. La causa del disturbo risiede nell'insufficiente apporto di O2 al cuore (ischemia), che a sua volta dipende dall'aterosclerosi delle coronarie (restringimento o ostruzione delle arterie coronariche, dovuta al deposito di colesterolo).
*Infarto miocardico: principale causa di morte negli Stati Uniti. Causato da un insufficiente apporto di O2 al cuore, provoca un danno permanente al cuore.
I fattori correlati con un maggior rischio di cardiopatia ischemica sono l'età, il fumo di sigaretta, il diabete, la pressione arteriosa elevata, l'ipercolesterolemia, il consumo eccessivo di alcol, l'aumentato volume del ventricolo sx del cuore, la protratta mancanza di attività fisica, l'obesità e il sesso (maschi: più a rischio). Una combinazione di particolari fattori di rischio (adiposità addominale, resistenza all'insulina, pressione arteriosa elevata, colesterolo HDL basso, stato infiammatorio cronico dell'organismo) è detta sindrome metabolica: la sindrome metabolica è correlata con la possibilità di morire di cardiopatia ischemica. Fattori biologici e psicologici sono strettamente interconnessi. Un livello elevato di tensione da lavoro è associato a un maggior rischio di infarto miocardico. Rabbia e ostilità sono associate a diverse variabili, responsabili della comparsa di cardiopatia ischemica (fumo e alcol, livello alto di colesterolo, depositi anomali di Calcio nelle pareti interne delle coronarie, maggiore reattività della pressione arteriosa allo stress). Esistono anche fattori di rischio biologici, legati alla reattività (variazioni eccessive della frequenza cardiaca).

Tratto da PSICOLOGIA CLINICA di Alessio Bellato
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