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Dipendenza Infantile ('40)


Come Winnicott (e anche un po' la Mahler), Fairbairn parte dall'idea che il bambino alla nascita, in continuità con lo stadio precedente (stadio uterino), si trova in uno stadio di fusione con il proprio oggetto. Anch'egli, quindi, rifiuta il concetto di narcisismo primario: il bambino alla nascita si trova a contatto con l'oggetto (dipende completamente dall'oggetto) ma ancora non lo percepisce come tale, in quanto si ritrova fuso con esso (manca la differenziazione) --> "l'investimento di un oggetto che non è ancora stato differenziato dal soggetto che investe" (ciò è parallelo alla Mahler).

Nella fase della dipendenza infantile, Fairbairn differenzia due fasi diverse, riprendendo uno schema di Abraham, il quale aveva postulato che la fase orale fosse inizialmente, quando il bambino non aveva ancora i denti, una fase pre-ambivalente, in cui si trova di fronte al dilemma del succhiare il seno o non succhiarlo; nel secondo stadio, quando compaiono i denti, compare anche una sorta di aggressività; il dilemma diventa quindi: mordere o succhiare il seno.
Nella visione feirbairniana, questo primo stadio pre-ambivalente (succhiare-non succhiare) è il dilemma in cui si trova il paziente schizoide, cioè coloro che hanno un problema nell'entrare in relazione con altri esseri umani (entro o non entro in relazione?) --> è il dilemma schizoide (a ciò si ispira Melanie Klein nel concettualizzare la posizione schizoparanoide)

Il secondo stadio corrisponde al dilemma depressivo, in cui vi è la possibilità di relazione, ma in essa vi è anche la possibilità di distruggere l'oggetto amato (sviluppo dei dentini=rischio di far male all'oggetto).

Tratto da PSICOLOGIA DINAMICA di Mariasole Genovesi
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