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Verso l'indipendenza


Tale fase può essere associata alla posizione depressiva kleiniana --> infatti qui diventa importante l'aggressività. La Klein parlava dell'odio nei confronti dell'oggetto parziale, mentre Winnicott (come anche nella altre fasi) mette il focus su quello che deve fare la madre --> per passare a sperimentare un oggetto oggettivo e non più soggettivo o transizionale, la madre deve sopravvivere agli attacchi aggressivi del proprio bambino --> la posizione aggressiva richiede 2 funzioni da acquisire: madre ambiente e madre oggetto --> sono 2 funzioni essenziali e complementari che deve svolgere la madre (sposta l'attenzione sull'acquisizione di due funzioni fondamentali e complementari che svolge la madre). Un ultimo passaggio per arrivare all'indipendenza consiste nella differenza tra l'entrare in relazione con l'oggetto e l'essere in grado di usare l'oggetto.

Madre ambiente e madre oggetto: la madre oggetto è la madre kleiniana, cioè che possiede gli oggetti parziali (seno buono e cattivo) per soddisfare il bambino quando si trova in uno stato eccitato (cioè ha un bisogno), anche se non immediatamente (qui il bambino si trova già nella fase in cui può aspettare e dilazionare la gratificazione). La madre di Winnicott però, quando il bambino non si trova in uno stato di eccitazione, deve anche essere in grado di fare da presenza di sfondo non intrusiva, che permette al bambino di tornare allo stato di non integrazione e di sperimentare tutta la sua personale potenzialità, senza l'intrusione della madre --> questa è la madre ambiente (come quella della psicologia dell'Io). Madre oggetto e ambiente sono due funzioni che la madre deve svolgere e che si alternano.

Il bambino, verso il secondo anno, deve acquisire la capacità di comprendere che la madre è sia oggetto sia ambiente. Il bambino per poter integrare queste 2 funzioni materne deve sviluppare ciò che Winnicott chiama la capacità di preoccuparsi (piuttosto che chiamarlo senso di colpa come la Klein, anche se è simile) --> comporta la capacità di creare un nesso tra gli aspetti distruttivi e le altre componenti affettive delle relazioni (in Klein sarebbe la capacità di integrare odio e amore). Nel momento in cui il bambino fa un atto aggressivo, la mamma deve imparare a sopravvivere e continuare ad essere presente per il bambino (perché capisce che non è un atto distruttivo, ma funzionale all'evoluzione). Questo vuol dire passare dall'entrare in rapporto con l'oggetto (che per Winnicott è un fenomeno soggettivo, in cui l'oggetto è percepito come proprio) al fare uso dell'oggetto (che significa stabilire una relazione con oggetti che sono percepiti come esterni a sé, quindi riconosciuti come completamente autonomi rispetto a sé --> fare uso dell'oggetto significa entrare in relazione sulla base di reciprocità, e quindi non è sinonimo di sfruttare).

Winnicott scrive: «dopo il 'soggetto si relaziona all'oggetto' viene il ‘soggetto distrugge l'oggetto' (mentre diventa esterno --> cioè per poter percepire l'oggetto come esterno a me, pronto da usare, prima si deve distruggere l'oggetto --> in questo Winnicott è totalmente Kleiniano). Poi può seguire l'oggetto sopravvive alla distruzione da parte del soggetto'… Il soggetto dice all'oggetto 'ti ho distrutto' e l'oggetto è li per ricevere la comunicazione (l'oggetto non si è sentito veramente distrutto, ma rimane lì). Da questo punto in poi il soggetto dice 'ciao oggetto!' 'io ti ho distrutto'. 'ti voglio bene.' 'tu hai valore per me in quanto sei sopravvissuto alla mia distruzione di te'.

Winnicott concepisce l'aggressività non come qualcosa di innato e distruttivo come nella Klein, ma come qualcosa di necessario che ha una funzione evolutiva, e cioè permettere di esprimere la propria vitalità. È da notare che l'oggetto non viene riparato dal soggetto (Klein), ma diventa intero, esterno e separato grazie al fatto che è sopravvissuto all'aggressività del bambino. È l'aggressività che crea l'esperienza dell'esterno (cioè il principio di realtà). Uso però non significa sfruttamento, ma significa avere a disposizione oggetti percepiti come esterni, separati, con proprie caratteristiche.

Tratto da PSICOLOGIA DINAMICA di Mariasole Genovesi
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