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L’approccio TRIAD

Unisce i dati ecologici, chimici e biologici per stimare il rischio ambientale. Dal sito contaminato (suolo, acqua,...) si preleva il suolo ed elutriati; in laboratorio si tratta il campione per le analisi chimiche e tossicologiche. Si inseriscono poi nel campione trattato gli organismi per valutare lo stress della comunità di invertebrati.
I risultati dei test si valutano in modo oggettivo attraverso i software → Sistema Esperto.

UE → salvaguardare la biodiversità con un approccio ecosostemico quindi tutelare la componente abiotica e biotica.
La normativa è basata sui limiti di legge: tutelano perchè i valori scelti sono più bassi rispetto a quelli che possono provocare danno, spesso anche di 1 ordine di grandezza.
Le sostanze inquinanti potenzialmente  tossiche però sono circa 280.000 e spesso agiscono come miscele, forma in cui possono essere dare tossicità ancora più elevata (es. effetti additivi, effetti sinergici); i limiti studiati singolarmente per ogni sostanza non tengono conto di questo effetto.
Inoltre molte sostanze vengono metabolizzate dall’organismo ed i prodotto metabolizzati, spesso più tossici del prodotto di partenza, non vengono trovati.
I valori vengono quindi sottostimati perchè le analisi chimiche standard non tengono conto della trasformazione futura delle sostanze.
Quando si valuta la concentrazione di un inquinante di una matrice bisogna tenere conto che la componente abiotica è in grado di speciare (=interagire) con gli inquinanti legandoli e riducendo la quantità biodisponibile per gli organismi → questo è un elemento che salvaguarda le biocenosi. Infatti se la matrice è tossica si vede un effetto sulla comunità; se però gli organismi stanno bene ma l’analisi chimica mi dice che ci sono sostanze inquinanti vuol dire che c’è un potenziale rischio per la comunità (al variare delle condizioni ambientali la sostanza potrebbe diventare biodisponibile).
L’effetto sulla comunità in campo può non derivare necessariamente dalla presenza di un inquinante ma anche da una modificazione, quindi anche se la matrice è inquinata e altera la comunità non è facile valutare l’effetto della contaminazione.
Inoltre dalle popolazioni di dimensioni maggiori c’è un flusso verso le arre più scoperte; gli organismi arrivano nell’area inquinata che è spopolata, la occupano  e vengono sottoposti a stress. La popolazione regredisce ed essendo in contatto con le altre popolazioni richiama dall’esterno altri organismi (→ aumenta il flusso di migrazione dalle aree circostanti). Se continuamente arriva del materiale l’area può sembrare non inquinata...il dato ecologico è importante però da solo non è completo perchè se il danno è ridotto l’input di ingresso può far sembrare l’ecosistema subottimale. Un ecosistema in equilibrio presenta biodiversità e non richiama dall’esterno.

Tratto da ANALISI DEL RISCHIO ECOLOGICO di Marco Cavagnero
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