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L’arte dell’ascolto e il corpo trasparente


La domanda ci pone in ascolto e quando impariamo a mantenere le domande sospese e aperte, invece di cercare una risposta in modo compulsivo, la nostra pratica diventa mossa, imprevedibile, sorprendente e appassionante.
Nel 1984 nasce la Pratica di Lavoro Organico, un esercizio di ascolto che si muove nel solco originario di tradizioni diverse per fare spazio a quel sapere, o “conoscenza dimenticata’ che chiamo organico. Le Indicazioni generali della po, che ci aiutano a metterci in ascolto e poi a mantenerlo nonostante la forza degli automatismi, sono: Presenza, Attenzione vigile, Apertura, Intenzione.
Presenza è la capacità di collocarsi dove si è, sentire che ci siamo e che siamo in relazione con quello che accade. Attenzione vigile è il testimone, l’osservatore silenzioso, il faro che illumina l’esperienza, l’uccellino sul ramo che osserva l’altro mentre becca il mangime a terra.4 Apertura è la disponibilità a stare con quello che accade, rinunciando all’illusione del controllo, alle aspettative, al desiderio che le cose vadano nella direzione e nel modo che noi abbiamo in mente. L’apertura accoglie e s’immerge nell’esperienza esplorandone lo spessore e assecondandone il movimento. Intenzione è un uso della volontà che, assecondando il movimento degli eventi, attiva il sapere organico e si lascia portare incontro all’esperienza fidandosi della propria capacità di rispondere. Quando siamo in ascolto (presenti, attenti, aperti), ci “diamo un’intenzione” e poi lasciamo succedere, ascoltando.
Ascoltare i bambini, e ascoltarci nella relazione con loro, è spesso scomodo perché ci apre all’incanto, ma anche alla miseria nostra e del mondo.
I bambini ci chiedono solamente di esserci anche noi senza imbrogliare, senza strafare, senza pre-occuparci, senza complicarci e complicargli la vita. Ci chiedono di immergerci nella vita con fiducia in loro e in noi, quella fiducia che loro hanno e noi abbiamo perso. Il corpo che i bambini ci ripropongono è un corpo vivente, un corpo che intrattiene una relazione organica con il mondo, un corpo che sa vivere perché è nella vita.

Tratto da I LABORATORI DEL CORPO di Anna Bosetti
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