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Psicofisica del colore


Diversi parametri vengono impiegati per la lettura del colore, applicati sia agli aspetti fisici che a quelli fenomenici: tonalità (vicinanza al colore puro), saturazione (distanza dalla massima luminosità del colore), luminosità (capacità di riflettere la luce).
Fino a pochi anni fa si analizzavano solo i colori a luce riflessa; i pigmenti assorbono tutti i colori riflettendo solo quello che caratterizza la loro superficie; si parla perciò di sintesi sottrattiva: il pigmento sottrae tutte le gamme cromatiche eccetto quella che riflette. In questo caso i colori primari sono Rosso, Blu e Giallo (Ciano, Magenta, Giallo: CMY); la loro somma da il nero (grigio scuro); la somma di due secondari genera un primario (RGB).
Nella sintesi additiva si assiste invece ad una sommatoria delle emissioni luminose; i colori fondamentali sono Rosso, Verde, Blu (RGB); la loro somma dà il bianco, mentre sommando due primari si ha un secondario (CMY).
Esistono due tipi di sintesi additiva: sintesi per media spaziale e per media temporale.
Media spaziale: luci di colore differente, molto ravvicinate tra di loro, viste dall’occhio ad una distanza tale per cui non è possibile vedere le singole componenti, e appare un’unica macchia di colore (puntinismo).
Media temporale: luci che ci appaiono di colore differente colpiscono lo stesso punto della retina in rapida successione; i recettori della retina non percepiscono più i singoli colori e li fondono in un’unica sensazione percettiva. (es. disco in rotazione).
Sigle internazionali dei colori provengono dalla ditta Pantone; differenza tra colori sullo schermo e colori su carta (diretta vs. riflessa).

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