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Tecnopolitica. Cittadino cerca, ottiene e diffonde informazioni



L’informazione è la materia prima più importante; la piena libertà di accesso all’informazione definisce il modo d’essere del cittadino, e le limitazioni al suo accesso si convertono immediatamente a limitazioni della cittadinanza. L’accesso all’informazione è concepito come un diritto, per non arrivare a una nuova divisione tra chi può accedervi e chi no, in società segnate da un analfabetismo elettronico di massa. Nella storia del diritto all’informazione si è passati attraverso numerose questioni: l’articolo 11 della Costituzione francese garantiva il cittadino contro la minaccia della censura, trasformando il diritto all’informazione come un diritto prevalentemente dei professionisti del settore; per i cittadini c’era più la libertà di manifestazione del pensiero o il diritto a un’informazione completa e obiettiva. Nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del ’48 si parla poi di libertà di cercare, ottenere e diffondere informazioni, distinguendo dalle libertà di opinione e espressione e spostando l’asse verso il cittadino.
Mutano i rapporti tra cittadini e potere pubblico, che non vede più i suoi doveri circoscritti al divieto di censura, ma deve aprirsi alle richieste dei cittadini, abbandonando la chiusura delle amministrazioni. La disponibilità delle informazioni da parte dei cittadini diventa un prerequisito della democrazia; il grado di democraticità però si misura anche in base alla quantità e alla qualità delle info che circolano, e dall’ampiezza della platea dei soggetti che possono accedervi.

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