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Fase 4 verso la maturità dell'uomo – Decifrare l'insoddisfazione


Ci troviamo però ad uno snodo: o diciamo che questa domanda di per sempre è una domanda legittima (e quindi dobbiamo chiederci che cos’è questa vita per sempre, in che modo intenderla etc. e capire qual è la risposta giusta a questa domanda/desiderio) oppure diciamo che è una domanda illegittima e che quell’attesa di per sempre è l’attesa di un più a lungo possibile, che è qualcosa di molto diverso (siccome le cose finiscono, il modo in cui possiamo trattare l’attesa di un per sempre è quello di ridurla ad un “più a lungo possibile”; questo è un modo di trattarla che da origine ad una serie di prospettive che poi vedremo). Gli antichi propendevano per la prima soluzione: dicevano che se c’è un desiderio ci deve essere anche una soddisfazione…il modo in cui giungere a questa soddisfazione poi è da vedere.
La soluzione del “più a lungo possibile”:

1) Disincanto del per sempre: è una forma di riduzionismo. In realtà riduciamo il desiderio di salvezza ad un desiderio di felicità. Diciamo che sono la stessa cosa perché non riconosciamo o non vogliamo riconoscere una soluzione di vita per sempre; e pertanto dobbiamo ridimensionare le cose. L'uomo desidera solo vivere il più a lungo possibile. L'insoddisfazione di può risolvere con:
a. rivoluzione del progetto di vita buona: se nulla è per sempre, e sono arrivato ad un punto della vita in cui ho esaurito la spinta propulsiva della virtus di cui parlava Tommaso, allora cambio. Si tratta della rivoluzione del proprio progetto di vita buona. Vivo una specie di ciclicità, decifro l’insoddisfazione come derivante dall’esaurirsi del ciclo e decido che devo trovare di nuovo qualcosa di buono e bello: cambio relazione, lavoro, svago. Reinvesto tutto su un altro legame, sostituzione del legame fondamentale. Non si tratta di piccoli aggiustamenti: l’adulto sa che “distrarsi non serve”. Ma…quante volte possono ripetersi queste crisi? Beh…più volte. E questo ci dice che forse non è la risposta più appropriata quella di cambiare ancoraggio. Il fatto che il tempo mostri il riproporsi del problema mostra che può essere una soluzione non buona: la persona continua a cercare risposta nello stesso tipo di soluzione.
b. difesa del proprio progetto di vita buona: è la soluzione opposta. Il punto di partenza è lo stesso, si sperimenta l’insoddisfazione, ci si rende conto che quel legame non può darmi il per sempre che desidero, e visto che tale legame è fragile allora lo sostengo io. Comincio ad avere un atteggiamento di difesa molto forte verso questo legame. Per esempio sul lavoro è l’atteggiamento tipico di chi, arrivato ad una certa posizione, si trova ad affrontare un problema con qualcuno appena arrivato (che ha forza ed energie nuove). Devo fare in modo che il mio legame non vada mai giù e pertanto elimino tutti i concorrenti, tutti gli ostacoli.È una strategia volta a tenere, a far durare il più a lungo possibile quel qualcosa che mi da sicurezza, e per farlo faccio capire al contesto che è irrinunciabile che sia io a fare quella certa cosa. Sto lottando per far durare il più a lungo possibile una cosa che ho capito che in realtà non può durare.

2) Svalutazione della vita buona: raramente, soprattutto per quelle persone che hanno la possibilità di un’opzione religiosa, bene o male ciò che accade è la volontà di Dio (provvidenzialismo). Ciò riduce la mia capacità di intervento sul reale, perché tanto se la storia è già decisa è inutile che io faccia qualcosa (pensiamo anche all’idea di predestinazione), è una svalutazione della realtà. Qui tutto è spostato sulla salvezza, non anche sulla felicità.

3) Il cambiamento dell'adulto: il cambiamento viene sperimentato in tutte le fasi dell'insoddisfazione (a parte nella difesa del progetto di vita buona dove il cambiamento non è visibile). Nella lettura dell'uomo ricco, le cose è come se le riottenesse perché loro non cambiano, è la persona che vede le cose in un'altra prospettiva → la metànoia. La prima operazione della vita adulta è riformulare le proprie attese, imparare la libertà nelle relazioni, pensare che la vita possa essere buona e sana anche senza quelle cose. Es. libertà nelle relazioni, l'altro è importante ma non irrinunciabile; non deve essere un legame schiavizzante, irrinunciabile dove prendendomi cura dell'altro mi prendo cura di me stesso (legami autoreferenziali). Un esercizio della vita adulta è imparare il distacco, a slegarsi, capire che le relazioni finiscono → maturità = non legarsi a qls come qls che dia salvezza.

4) Dall'insoddisfazione all'inquietudine: è la prova del passaggio alla vita adulta, trasforma l'insoddisfazione in una continua ricerca senza focalizzarsi in una soluzione posticcia. Tutta la stagione della vita adulta può essere caratterizzata da insoddisfazione e inquietudine.

Tratto da ANTROPOLOGIA APPLICATA di Chiara Trattenero
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