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La conoscenza dell'anima in Tommaso d’Aquino - Summa Theologiae

La conoscenza dell'anima in Tommaso d’Aquino - Summa Theologiae


“L’analisi [di come l’anima conosca essendo congiunta al corpo] sarà articolata in tre parti: anzitutto si analizzerà in che modo l’anima conosca le cose corporee, che sono al di sotto di essa; poi in che modo conosca se stessa e le cose che sono in essa; da ultimo in che modo conosca le sostanze immateriali, che sono sopra di essa.”
Se vogliamo conoscere meglio l'interiorità bisogna mettere a fuoco le cose:
sotto l'anima, cose corporee;
dentro l'anima;
sopra l'anima, cose immateriali.
Sotto l'anima → le immagini che vengono da fuori sono trasformate da noi in quanto ci collochiamo delle intenzioni, non ci sono idee innate ma sono elaborazioni dell'esperienza. Ad es. al caffè non pensiamo al caffè in sé ma all'idea di bere il caffè.

citazione 33 da Tommaso d’Aquino - Summa Theologiae

“Vediamo in che modo l'anima conosca se stessa e quanto in essa si trova. Su tale argomento si pongono quattro quesiti: 1. Se conosca se stessa mediante la propria essenza; 2. In che modo conosca i suoi abiti; 3. Come l'intelletto conosca il proprio atto [actus intellectus]; 4. Come conosca l'atto della volontà [actus voluntatis].”
Concetto di Aristotele di atto e potenza. Nella cultura greca le cose tanto sono più stabili e ordinate tanto più sono conoscibili e auspicabili, sono viste positivamente, rendono bella la mia vita. Secondo Aristotele l'uomo cerca la stabilità ma il mondo cambia. L'atto → le cose stabili, uguali, che posso conoscere. Potenza → le cose possono cambiare, la loro potenzialità. Il modo con cui conosciamo la realtà è attraverso l'episteme e la doxa (opinione). L'actus intellectus è la facoltà di intendere mentre l'actus voluntatis è la facoltà di volere. Tutto questo per spiegare che dentro di noi qualcosa è stabile, quindi è conoscibile: i pensieri (actus intellectus) e le decisioni (actus voluntatis), li vediamo entrambi e li possiamo raccontare ad altri. Prima dell'agire vi è la decisione e vi può essere decisione senza atto. Dentro di noi abbiamo la facoltà di distinguere tra decisione e pensiero: -habitus, abitudine, noi ci rivestiamo (habitus da abito) di una serie di abitudini che ci portiamo dietro, le quali possono però cambiare, non le possiamo conoscere allo stesso modo dei nostri pensieri. Posso vedere le azioni ed i gesti, non l'abitudine in sé; -non possiamo conoscere l'anima nella sua essenza, non siamo trasparenti a noi stessi, la nostra identità più profonda ci sfugge → questo ci dice che la persona può sempre cambiare.


Tratto da ANTROPOLOGIA APPLICATA di Chiara Trattenero
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