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Il colloquio con l’adulto


Solitamente è la persona interessata che telefona o fissa l’appuntamento. In primo luogo si tratta di stabilire un’alleanza di lavoro con il paziente e di esplicitare con lui un progetto comune considerando che è il suo soggettivo vissuto circa lui stesso che interessa. È sempre una situazione di crisi che porta alla consultazione psicologica attraverso l’autosegnalazione o attraverso vie indirette. Anche il paziente più motivato a cercare aiuto si trova a fronteggiare il desiderio parlare di sé e l’imbarazzo , pudore, ansietà di fronte alla persona sconosciuta dell’esaminatore.
Nella fase iniziale si tratta di cominciare a definire il motivo che spinge o per cui arriva alla consultazione psicologica il soggetto e lo psicologo cercherà di evidenziare il problema, le difficoltà emerse o le aree esistenziali di disagio e proverà ad iscriverle nel quadro globale che del paziente si è costruito dentro di sé. Così che si possa portare ad una ristrutturazione del proprio mondo interiore.
Le aree da considerare sono ancora quelle classiche, ma soprattutto va indagata l’adolescenza, i suoi ricordi, trasformazioni fisiche, esperienze di amicizia e genitori; la vita attuale se ha o progetta una famiglia e il partner; il lavoro ovvero l’interesse, la gratificazione e il rapporto con i colleghi e con i superiori; organizzazione del tempo libero interesse e hobby. Compito dello psicologo è di favorire la comunicazione spontanea ed eventualmente guidarla.

Tratto da IL COLLOQUIO COME STRUMENTO PSICOLOGICO di Carla Callioni
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