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L’AGGRESSIVITA’ E L’ALTRUISMO : LIVELLI DI SPIEGAZIONE DEL COMPORTAMENTO ANTISOCIALE


Bisogna però ricordare che perché ci sia una convivenza civile tra le persone è importante sviluppare delle aspettative reciproche di cooperazione, poiché accanto a esempi di altruismo si trovano quotidiani esempi di comportamenti aggressivi e violenti. Rifacendosi anche alle idee di Freud [1929] e gli studi di Dollard [1939] l’idea di base è che una persona è motivata ad agire in modo aggressivo perché indotta da una pulsione che deriva da una frustrazione, condizione che si verifica quando degli ostacoli si frappongono  fra l’individuo e il raggiungimento dei suoi fini. Anche l’imitazione assume un ruolo importante in alcuni comportamenti antisociali, ovvero attraverso esperienza diretta o l’osservazione di qualcuno che attua un comportamento in una data situazione e delle conseguenze che ne ricava. Se il comportamento osservato produce i risultati desiderati si avrà un rinforzo di quel tipo di risposta, cioè aumenterà la probabilità che l’osservatore adotti quella risposta in situazioni successive analoghe.
Il comportamento aggressivo può cominciare dalla interpretazione che l’attore da della situazione in cui si trova e dell’evento (es. una pacca sulla spalla interpretata come una provocazione). Nella fase di definizione dell’evento un ruolo importante è dato dall’attribuzione di intenzionalità di ciò che sta avvenendo e la scelta della risposta che viene attuata è influenzata dalla percezione delle conseguenze, dal livello di attivazione emotiva negativa che il colpo ha provocato e dalle norme che sembrano pertinenti al contesto. Da questi fattori derivano la motivazione ad adottare una risposta aggressiva o neutra.

Tratto da PSICOLOGIA SOCIALE di Carla Callioni
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