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La Scuola Materna di Rosa e Carolina Agazzi

Dal bambino scienziato -> Montessori al bambino artista  -> Agazzi.
Si diplomano alla scuola Normale e diventano maestre elementari. Le loro qualità didattiche vengono notate dal direttore didattico P. Pasquali che si impegnerà nella diffusione del loro metodo.  
1895- apertura del primo asilo di Mompiano nei pressi di Brescia da parte di Rosa e Carolina Agazzi.

Rosa Agazzi vince la sua prima “battaglia”, di fronte a 160 bambini, ammucchiati in uno stanzone, grazie alle sua abilità musicali: riuscì a comunicare coi bambini, attraverso il canto al pianoforte.
Centralità rapporto educatrice e bambini; continuità con la famiglia.
L’educatrice programma tutte le attività collettive della giornata; suddivisione della classe in piccoli, medi, grandi. Il bambino più grande lava i piedi al bambino più piccolo, rapporto grande – piccolo legato solo agli aspetti di sicurezza a differenza della M. che era legato ai rapporti cognitivi e con classi eterogenee.
Educazione morale-religiosa = importanza della socializzazione, triade arte – religione – filosofia.
Attività spontanea  = disegno libero, attività manuali con materiali poveri, recitazione, canto, gioco, giardinaggio, ecc.  nella scuola materna la musica e il canto sono fondamentali per formare un bambino artista. Il bambino è tutto creatività, immaginazione e sentimento.
Educazione linguistica = è importante la conversazione e la narrazione, lezioni sui contrassegni. Si valorizza il mondo delle tradizioni della fiaba e si punta sull’aspetto corale del gruppo a differenza del lavoro di coppie della M.
Il museo delle cianfrusaglie: dalle “tasche” dei bambini alla creazione di un museo didattico, è un espediente didattico per l’educazione all’immagine. Esercizi e giochi coi “contrassegni”: è il segno di distinzione dagli altri bambini con oggetti ; capovolgimento del froebelismo. Tutte le attività sono programmate a differenza della M. elemento della libertà individuale sono i bambini ad organizzare le proprie attività.
Importanza delle buone abitudini (igiene, cura della persona, ecc).
Il ruolo dell’educatrice-madre (ideale pestalozziano): la maestra fornisce il suo aiuto solo quando il bambino è in difficoltà, ma sorveglia ed è l’animatrice delle varie attività. La figura dei Tutori si rivela un importante espediente didattico per sviluppare responsabilità e solidarietà (significato simbolico del lavaggio dei piedi).
Nel 1898, R. Agazzi partecipa al famoso Congresso Pedagogico dove presenta la sua esperienza
Nel 1902 l’asilo di Mompiano viene definito “asilo-giardino rurale modello”: le abitudini che i fanciulli acquistano in questo giardino modello possono alleviare il disagio economico delle popolazioni rurali.

Il metodo Agazzi influenza la successiva scuola d’infanzia in Italia, sia per motivi culturali (cattolicesimo e idealismo), sia perché “costa” meno. Secondo Remo Fornaca, il metodo agazziano si è ampiamente diffuso in Italia perché: “non si era rotto del tutto col passato, si accettavano le esperienze migliori della vita famigliare, si dimostrava una certa sensibilità per la cultura moderna, si puntava sulla semplicità, non si disorientavano i bambini e le famiglie con metodologie complicate, non si metteva in discussione il potere, l’autorità e soprattutto il modo di gestire le istituzioni e l’educazione infantile.

Tratto da STORIA DELLE TEORIE DELL'INFANZIA di Selma Aslaoui
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