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Organizzazione aziendale - Pagina: 89

Interdipendenza generica. È la forma più bassa di interdipendenza tra le unità (esempio filiale di una banca). Il lavoro non fluisce tra le diverse unità, ogni unità è parte dell’organizzazione, condivide le risorse finanziarie in un ambito comune e contribuisce al bene comune dell’org ma lavora in modo indipendente. Può essere associata alle relazioni che caratterizzano una struttura divisionale. L’interdipendenza generica secondo Thompson è presente nelle aziende caratterizzate da una tecnologia di mediazione. Una tecnologia di mediazione fornisce prodotti o servizi che mediano o stabiliscono un collegamento con i clienti nell’ambiente esterno permettendo così ad ogni unità di lavorare indipendentemente. Nell’ambito della interdipendenza generica i manager devono utilizzare regole e procedure per standardizzare le attività comuni alle diverse unità affinché esse utilizzino le stesse procedure e sia possibile misurare e raggruppare i risultati di tutte le unità. Infine il coordinamento quotidiano tra le unità è molto basso. Interdipendenza sequenziale Si presenta in forma seriale in cui le parti prodotte da un reparto diventano input per un altro reparto (esempio linea di assemblaggio). Le unità si scambiano risorse e dipendono da altre per ottenere buoni risultati. Necessita di meccanismi orizzontali come i ruoli di integrazione o le task force. Si verifica nelle organizzazioni con tecnologia sequenziale in cui vi sono stadi consecutivi di produzione in cui ogni stadio impiega come suoi input l’output dello stadio precedente e realizza gli input per lo stato seguente. In questo tipo di interdipendenza risulta necessario un coordinamento tra gli impianti o le unità collegate. Dato che l’interdipendenza implica un flusso di materiali a senso unico sono necessarie estese attività di pianificazione e programmazione ma soprattutto un certo livello di comunicazione quotidiana tra le unità per gestire i problemi inattesi e le eccezioni. Interdipendenza reciproca Livello più alto, si verifica quando l’output dell’operazione A costituisce l’input dell’operazione B e l’output dell’operazione B costituisce a sua volta l’input dell’operazione A (esempio ospedale). I prodotti delle unità influiscono quindi tra le unità stesse in modalità reciproca. Si verifica in aziende con tecnologie intensive che forniscono al cliente una varietà di prodotti e servizi in combinazione tra di loro. Necessario intenso coordinamento tra la progettazione, ingegnerizzazione, la produzione ed il marketing per unire tutte le risorse in modo da soddisfare le necessità di prodotto del cliente. Richiede che le unità funzionino a stretto contatto e con molta frequenza. In quest’ambito può risultare appropriata una struttura che incoraggi e stimoli il coordinamento relazionale

Tratto da ORGANIZZAZIONE AZIENDALE di Maurizio Fortunati
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