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Erasmo da Rotterdam: Il libero arbitrio


(1524): lo scrive per rispondere a Lutero dato che sull’argomento hanno opinioni contrastanti. Non crede quando sente dire che la nostra volontà non può nulla come l’argilla nelle mani di un vasaio oppure che tutto ciò che facciamo discende da una necessità assoluta. Come si può parlare di ricompensa ultraterrena se non c’è più merito? Come possiamo essere obbligati a comparire davanti al giudice supremo se tutto si compie in noi per pura necessità e non seguendo il nostro libero arbitrio? A che cosa tendono tutti gli avvertimenti, le minacce, esortazioni se noi non facciamo nulla se Dio opera tutto in noi il volere e il fare? Perché ci costringerebbe a guadagnare con tanta fatica ciò che ha già deciso di accordarci gratuitamente? Chi nega l’esistenza dl libero arbitrio dichiara che Dio opera in tutti gli uomini non solo le opere buone ma anche le malvagie. Se quindi l’uomo non ha titolo ad essere considerato l’autore delle sue buone opere allora non si può neanche considerarlo l’autore delle malvagie.

Tratto da LA NUOVA SPIRITUALITÀ DELL'ETÀ MODERNA di Filippo Amelotti
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