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Le conseguenze dell’interdipendenza sulla politica internazionale


Secondo i principi del liberalismo, un’intensificazione dei rapporti tra soggetti porta a una loro più stretta collaborazione e la conseguenza di una maggiore interdipendenza economica è una maggiore propensione a cooperare ed evitare il conflitto.
La scoperta dell’efficienza del libero scambio nel creare ricchezza è alla base del primato dell’economia che caratterizza il liberalismo dalla fine del 700. tra i primi e più importanti pensatori a sostenere la tesi dei benefici effetti del doux commerce ci sono Montesquieu, Hume e Mill.
L’apogeo della pace commerciale è stato poi raggiunto dalla scuola di Manchester guidata da Cobden. L’idea che la guerra potesse essere profittevole e conveniente era diventata una illusione. La pace è più probabile quando interessi commerciali interdipendenti rendono il conflitto non economico.
3 sono gli effetti principali del commercio a favore della pace e stabilità:
1. il commercio modifica gli incentivi degli stati nell’arena internazionale. Da un lato il libero commercio permette agli stati di ottener ei prodotti di cui hanno bisogno senza correre i rischi e costi di una guerra di conquista.
2. i benefici economici di una maggiore interdipendenza diventano un incentivo a mantenere la pace in quanto la competizione politica e la guerra interromperebbero i flussi economici e la maggiore efficienza a essa connessi. I governi si asterranno da politiche aggressive che possono mettere a repentaglio i frutti di un’economia aperta.
3. ci sono gli effetti sociologici di un’economia internazionale capitalista: le frequenti relazioni che intercorrono tra stati interdipendenti riducono i pregiudizi reciproci ed enfatizzano le comunanze piuttosto che le differenze tra popoli e nazioni.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Filippo Amelotti
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