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Focus mobilità sociale in Italia


In Italia si ha una bassa mobilità sociale verticale ascendente ma si ha un’alta mobilità sociale orizzontale, la mobilità sociale discendente è aumentata dagli anni Cinquanta ad oggi.
Nel nostro paese c’è una bassa possibilità di avere elasticità di redditi dal padre e dal figlio e non c’è la possibilità di ridurre le disuguaglianze sociali.
L’indicatore GINI funziona secondo una proporzione diretta: più è alto, più sono alte le disuguaglianze sociali, è un indice che ci dice se la ricchezza è equamente distribuita in una certa nazione. In Italia la distribuzione dei redditi non è equa quindi l’indicatore GINI è alto, poche famiglie detengono la maggior parte della ricchezza e ci sono molti poveri.
I poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi aumentando così le disuguaglianze e di conseguenza l’indicatore GINI.

Il sociologo Bourdieu definiva il capitale culturale come l’insieme dei diversi tipi di conoscenze, competenze e altre risorse culturali che consentono all’attore sociale di rappresentare la propria posizione di classe in un determinato contesto. Secondo lo studioso francese le persone riproducono le classi di generazione in generazione, trasmettendo ai giovani non solo la ricchezza materiale ma anche il patrimonio culturale. Bourdieu osservò anche che il capitale culturale interagisce con il capitale economico e con il capitale sociale, ossia delle relazioni potenzialmente preziose dal punto di vista economico che derivano dall’appartenenza a un gruppo e che l’attore sociale può mobilitare per raggiugere un obbiettivo.

Il Welfare State è chiamato anche stato sociale, ovvero l’insieme delle istituzioni, delle norme giuridiche, degli attori e delle politiche pubbliche utilizzate per allestire una serie di meccanismi sistemici volti alla gestione dei rischi sociali ed esistenziali. È una forma di intervento e coordinamento istituzionalizzato di 4 attori principali (= famiglia, stato, mercato/settore privato, terzo settore/organizzazioni no-profit) che vede al centro l’azione dei poteri pubblici.

Le classiche aree in cui si articola il welfare state sono:
• Assistenza: interventi messi in campo per fronteggiare la marginalità sociale e la povertà
• Assicurazioni contro la vecchiaia (previdenza) e gli infortuni sul lavoro
• Politiche del lavoro: volte a ridurre e fronteggiare i rischi derivanti dalla disoccupazione, promuovere le creazione di occupazione, la tutela dei lavoratori
• Politiche per la salute

Le 4 leve fondamentali dello stato sociale sono:
• Leva fiscale: permette una redistribuzione del reddito tra le diverse classi mediante l’imposizione fiscale e tributaria
• Trasferimenti monetari e sussidi: consistono nel corrispondere una somma di
denaro a una determinata categoria di persone aventi requisiti specifici
• Welfare aziendale: sistema di prestazione non monetaria per incrementare il benessere individuale e familiare dei lavoratori stabilito dalla legge
• Servizi alle persone: con cui si erogano delle prestazioni a specifici target di utenti

Esistono 4 modelli storici di welfare state:
1. Modello socialdemocratico: tipico dei paesi del Nord Europa le cui tutele sono universaliste e che tende alla realizzazione della piena cittadinanza sociale. In esso lo stato è l’attore principale del Welfare
2. Modello corporativo: caratteristico della Germania e della Francia in cui le tutele sociali sono correlate alla categoria lavorativa di appartenenza, con standard minimi di tutela piuttosto elevati, lo stato svolge un ruolo centrale
3. Modello mediterraneo: sviluppato in Italia, Grecia, Spagna e Portogallo che abbina a un mix di tutele a base corporativa universalistica un ruolo rilevante riservato alle famiglie in quanto “ammortizzatore sociale” fondamentale, anche il terzo settore svolge un ruolo importante
4. Modello liberale: tipico degli Stati Uniti, dell’Irlanda e della  Nuova Zelanda  in cui il mercato e il settore no-profit costituiscono gli attori principali del sistema Welfare, mentre lo stato interviene in via residuale

I diversi sistemi di Welfare State attraversarono una prima crisi di legittimazione e di finanziamento negli anni Settanta, ma è negli ultimi anni che essi sono entrati in una fase di profonda crisi a causa del mutamento del contesto politico-ideologico, alla globalizzazione dei mercati e all’emergere di rischi di non-sostenibilità dei costi (in particolare dei sistemi previdenziali e sanitari).

Tratto da SOCIOLOGIA GENERALE di Emma Lampa
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