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L’ultima dinastia nazionale (dinastia Ming)

Fondatore della prestigiosa dinastia Ming fu un ex-monaco di umili origini, Zhu Yuanzhang, che nella confusa situazione di rivolte degli ultimi decenni della dinastia Yuan, seppe salire ai vertici del potere di una setta religiosa e conquistare militarmente il trono sopprimendo i capi delle altre rivolte. Gli Yuan come detto, si arresero quasi senza combattere e Zhu Yuanzhang non dovette far altro che prendere possesso militare delle immense regioni che questi abbandonavano nella loro ritirata verso la Mongolia. I suoi eserciti conquistarono con facilità il Bacino del Tarim, la Mongolia interna, il Liaodong, la Manciuria meridionale. L’Impero era così riunificato in tutta la sua grandezza. Sul fronte interno Zhu Yuanzhang costruì uno stato forte ed accentrato, come non lo si vedeva dall’epoca Tang, subendo anche accuse di ‘regime poliziesco’ per la capillarità con cui la macchina statale represse le opposizioni e prevenne il dissenso (come le grandi epurazioni verso gli eunuchi). Ma fu anche un sovrano dalle abilità eccezionali, che seppe favorire l’agricoltura e i ceti meno abbienti come nessun’altro prima aveva fatto: le grandi famiglie furono tassate riassettando il sistema fiscale sbandato; ai contadini furono date terre nei territori spopolati presso i confini e i mezzi per iniziare a coltivarle, fu abolita la schiavitù ed allargato il sistema degli esami, facilitandovi l’accesso anche per gli strati meno abbienti. Nel complesso ampi strati della popolazione videro sensibilmente migliorate le loro condizioni di vita e l’agricoltura subì un notevole aumento produttivo, che sfociò successivamente in un aumento della popolazione senza precedenti: praticamente raddoppiò! Alla sua morte nel 1389 si aprì una guerra civile di quattro anni, allorché uno dei suoi figli, il principe di Yan, intervenne militarmente per scalzare l’erede al trono designato, riuscendo nel 1402 a farsi incoronare imperatore con il motto di Yongle. Egli si dimostrò comunque un abilissimo sovrano, specie in politica estera, dove l’Impero ribadì con forza il suo potere verso i regni tributari e dove sconfisse seccamente i mongoli nel 1422, istituendo un protettorato nella grande regione della Manciuria. Ma l’evento più sorprendente del regno di Yongle furono le grandi missioni esplorative sia per terra che per mare, dove una flotta di ben sessanta navi, fra il 1405 e il 1433, si spinse fino a Suez e alla costa somala. Dopo questo successo però la corte interruppe tutte le spedizioni esplorative. Un altro evento va accennato: la disfatta dell’esercito imperiale contro i barbari Oirati, che si erano stabiliti nella Mongolia orientale. La guerra era stata causata dalla respinta richiesta di eliminare le restrizioni al fiorente commercio fra cinesi e barbari, avanzata da questi ultimi al governo dell’impe-ratore Zhengtong. La disfatta del 1449, sebbene causata solo dall’inettitudine del comandante in capo dell’esercito cinese, può essere scelta per segnare l’inizio di un secondo periodo nella storia della dinastia Ming, caratterizzato non solo dal rientro dell’espansionismo, sia sui mari (esplorazioni) che per terra, ma anche da una tendenza a limitare l’interesse della dinastia verso i territori della Cina propriamente detta, quasi di chiusura in se stessa. 

Tratto da STORIA DELLA CINA di Lorenzo Possamai
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