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Argomenti contro la globalizzazione finanziaria


- Se i mercati sono globali, aumenta la distanza tra S e I (risparmio e investimento), già visto con Smith, con Keynes: mentre ai tempi di Smith il risparmiatore era anche investitore, quindi non c'erano problemi di informazioni, di conoscenze ecc, man mano che il mondo è progredito, il risparmiatore non sa niente su cosa accade ai suoi risparmi, sui rischi che si assume acquistando un prodotto finanziario emesso da un’istituzione straniera (ci sono problemi di conoscenza e informazione tra S e I).

- I tassi di interesse non danno segnali sufficienti su rischio, nel senso che i prezzi non danno segnali così chiari come invece offrono i prezzi sui mercati reali, dove si sa più o meno qual è il prezzo di mercato di un prodotto, di un bene di consumo. I prezzi di un'attività finanziaria non mi rispecchiano effettivamente una sua rischiosità, la sua affidabilità, quindi danno poche informazioni sul rischio. Dunque i segnali non funzionano sempre.
Inoltre, i mercati finanziari sono caratterizzati da una serie di problemi come:

• Informazioni asimmetriche: cioè il fatto che c'è chi sa di più e chi di meno, ignoranza. A differenza dell'economia reale, sui mercati finanziari, le informazioni sono molto diversamente distribuite e per questo si verifica il fenomeno delle informazioni asimmetriche. L'asimmetria delle informazioni comporta delle imperfezioni, come il fatto che i mercati funzionino in maniera squilibrata, a volte in maniera troppo euforica; poi se arriva l'informazione mancante e crolla tutto. Dunque si parla di comportamenti "squilibrati". Un mercato caratterizzato da informazioni asimmetriche non è efficiente; i mercati concorrenziali invece funzionano bene perché c'è una circolazione efficiente delle informazioni. Nei mercati di Smith ad esempio tutti sapevano come cambiata il profitto di mercato, il salario di mercato, la rendita di mercato; magari nel breve periodo ci può essere chi acquisisce un extraprofitto ma poi nel lungo periodo non è così. Nel mercato finanziario invece le informazioni sono asimmetriche: chi le ha e chi no, chi le ha giuste e chi sbagliate. Questo alimenta rischio e squilibrio.

• Altra difficoltà è il cosiddetto rischio morale - opportunismo: il mercato finanziario è un mercato in cui sono molto frequenti casi di rischio morale che in inglese si chiamano “moral hazard” cioè situazioni che si possono verificare nella vita di tutti i giorni, in cui un soggetto prende rischi eccessivi e se gli va bene vince, se gli va male non perde perché interviene un altro soggetto che lo salva, che lo copre da questa perdita.
Questo è un caso frequente nei mercati finanziari, situazione tipica di colui che fa l’opportunista, che cerca di sfruttare al massimo facendo speculazioni traendo vantaggio, ma anche quando ad esempio si prende un rischio eccessivo acquistando titoli stranieri di paesi indebitati e che possono fare default (come Argentina): in tal caso interviene il FMI oppure il governo USA ecc per salvare il paese straniero. Dunque si prende una scelta eccessivamente rischiosa non per correre il rischio ma perché si è opportunisti e se il paese non fallisce allora l'investimento va bene e ci si guadagna; ma se va male e il paese fallisce, è molto probabile che non si perde perché il paese è troppo grande per fallire ("too big to fail") e qualcuno lo salva.
Se è vero che nel mercato finanziario c’è rischio morale (come c'è stato), allora i soggetti non si distribuiscono sulla base delle loro preferenze, ma tutti i soggetti saranno più rischiosi, prenderanno una quantità di rischio eccessiva e il sistema rischia di esplodere. Il rischio morale è un altro fenomeno estremamente negativo (se so che non c'è nessuno che interviene a salvare il paese in default, allora sono più all'erta; se sono rischioso compro lo stesso i suoi titoli, se sono prudente scelgo di fare un altro investimento).

• Fallimenti interventi – struttura istituzionale impreparata a gestire crisi e fallimenti. Uno degli argomenti contro la globalizzazione è anche il fatto che la struttura di governance è molto più debole rispetto a un mercato chiuso, c'è una struttura istituzionale inadeguata a gestire crisi e problemi. Già oggi, dopo il 2008, siamo più attrezzati e più preparati. oggi ci sono situazioni più robuste ma nel 2008 la governance di questi mercati finanziari era molto inadeguata.

Tratto da STORIA DELLA POLITICA ECONOMICA INTERNAZIONALE di Federica Palmigiano
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