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Il post II guerra Mondiale in Giappone

Il post II guerra Mondiale in  Giappone

Dalla fine della guerra il Giappone è sotto il controllo degli Stati Uniti. Il generale MacArthur, che è il responsabile dell’amministrazione, impone nel 1946 una nuova Costituzione che prevede un Parlamento rappresentativo: l’imperatore Hirohito conserva il suo ruolo, anche se non ha alcun potere politico e non può dichiarare la natura divina del suo potere. I massimi dirigenti politici e militari del precedente regime sono processati e alcuni anche giustiziati. Essenziale per il decollo economico del Giappone postbellico è lo stretto rapporto che instaura con gli Usa, alle cui industrie l’economia giapponese fornisce macchine, componenti e manufatti vari. Si registra così una piena occupazione e una crescita dei salari. Nonostante questo, anche in Giappone c’è conflittualità sociale. Tra il 1968 e il 1969 si diffonde nelle università un movimento studentesco agguerrito intorno al Partito comunista e ad un’associazione antiamericana. La conflittualità sindacale nelle fabbriche è significativa tra il 1955-59, ma a livelli contenuti. La bassa conflittualità è dovuta ad un aspetto della cultura giapponese, ovvero il persistente dominio della morale scintoista che sollecita alla realtà, alla cooperazione, all’ubbidienza e allo spirito di sacrificio per il bene della comunità a cui si appartiene.

Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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