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L'insurrezione bolscevica - 1917 -

L'insurrezione bolscevica - 1917 -



Nell’ottobre del 1917, ha inizio così l’insurrezione bolscevica. I soldati filobolscevichi e le Guardie rosse occupano il Palazzo d’Inverno, dove ha sede il governo e ne arrestano i membri.
I bolscevichi formano il governo, che si chiama Consiglio dei commissari del popolo. È presieduto da Lenin, Trotskij è il ministro degli Esteri e Stalin il ministro per le Questioni nazionali. Le intenzioni di Lenin sono quelle di trattare con gli Imperi centrali per una pace senza annessioni né indennizzi, confiscare le terre dei possidenti e della Chiesa per distribuirle alle famiglie contadine. Solo che quando viene eletta l’Assemblea Costituente non i bolscevichi ma i social - rivoluzionari moderati ottengono la maggioranza. Nel gennaio del 1918, forti del sostegno dell’esercito, i bolscevichi sciolgono con la forza l’Assemblea Costituente e pongono le premesse per un regime dittatoriale a partito unico.
Nel marzo del 1918 viene siglato con la Germania il trattato a Brest-Litovsk, con condizioni durissime. Infatti, la Finlandia, le regioni baltiche, la Polonia e l’Ucraina vengono occupate dall’esercito tedesco. La nuova riorganizzazione territoriale pone Pietrogrado troppo vicino al nuovo confine e per questo Mosca diventa la nuova capitale.
Sempre nel 1918 il Partito socialdemocratico operaio russo, per distinguersi dagli altri partiti socialisti, cambia nome in Partito comunista.
Sembra che sia arrivata la pace ma non è così. Infatti nuovi gruppi armati, le Armate bianche, si stanno organizzando per ristabilire il potere dello zar. Comincia così la guerra civile.
La reazione comunista è affidata a Trotskij, che riorganizza in poco tempo l’Armata Rossa. La disciplina interna è rigidissima è il reclutamento avviene in base alla circoscrizione e al volontariato, aperto anche alle donne. Vi sono poi commissari politici che controllano le operazioni e gli ufficiali sono sottoposti a ricatto: devono giurare fedeltà alla Rivoluzione essere efficienti altrimenti i loro familiari subiranno ritorsioni. Lo sforzo di Trotskij è efficace e alla fine del 1919 le Armate bianche vengono sconfitte.
Nel 1920, il neo costituito Stato di Polonia attacca la Russia comunista, per ampliare i propri confini orientali. Anche se la Russia riesce a contenere l’attacco nel 1921 è costretta a cedere ampie parti della Bielorussia e dell’Ucraina.
Nel mentre, il governo russo per far fronte a una situazione economia tragica è costretta a prendere seri provvedimenti. Innanzitutto i debiti con l’estero sono dichiarati nulli e le fabbriche sono espropriate e nazionalizzate. La loro gestione è affidata a comitati operai. Inoltre, già nel 1918 comincia il processo di espropriazione delle terre.

Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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