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La nascita dell'Onu

la nascita dell'ONU

Il 25 aprile 1945 nella città californiana si riuniscono i rappresentanti di 50 nazioni che nel giugno dello stesso anno approvano lo Statuto di un nuovo ente sovrannazionale, l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Le finalità dell’Organizzazione sono: mantenere la pace e la sicurezza internazionale; sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’auto-decisione dei popoli; conseguire la cooperazione internazionale.
L’Assemblea generale si riunisce una volta all’anno e raccoglie i rappresentanti dei paesi membri. Organo fondamentale è il Consiglio di Sicurezza, composto dai rappresentanti di cinque membri permanenti (USA, Urss, Cina, Regno Unito e Francia) e di dieci membri di altri paesi, eletti per mandati temporanei. I cinque membri hanno un diritto di veto che può bloccare ogni iniziativa, anche se sostenuta in maggioranza dagli altri membri.
Ma la Liberazione dal nazi-fascismo e la fine della guerra sono accompagnate da violenze, vendette, esecuzioni sommarie, assassini politici a danno di collaborazionisti o di ex fascisti. Le esecuzioni sommarie colpiscono soprattutto gli uomini e più raramente le donne. Quest’ultime sono però esposte a aggressioni e stupri. Notizie terribili arrivano anche dall’Istria, da Gorizia e da Trieste. Il simbolo di queste violenze sono le foibe, grotte carsiche perpendicolari alle quali si può accedere attraverso una stretta imboccatura che si apre a picco sulla cavità sottostante. Nel settembre-ottobre 1943, quando l’Istria interna, dopo la caduta del fascismo, viene occupata dal movimento partigiano comunista jugoslavo; in questa circostanza vengono giustiziati e infoibati molti militari italiani. Nel 1945 c’è un’altra ondata di violenze a Trieste, Gorizia e Fiume, occupate dalle truppe jugoslave che fanno parte del movimento comunista guidato da Tito. Compiono violentissime azioni di repressione contro coloro che sono considerati nemici del nuovo potere comunista in via di formazione: vittime delle azioni sono militari della Repubblica sociale italiana; esponenti fascisti locali; comunisti che hanno manifestato dissensi verso le autorità jugoslave o semplicemente civili italiani. Diverse di queste persone vengono giustiziate nel corso di esecuzioni sommarie; i cadaveri sono occultati nelle foibe; di cui talvolta si chiudono le imboccature facendole esplodere. Altre persone sono condotte nei campi di concentramento allestiti dalle autorità jugoslave; dove trovano la morte per maltrattamenti e denutrizione. In parte lo fanno perché sono motivate dal desiderio di vendicarsi per l’occupazione nazifascista della Jugoslavia e per il tentativo di italianizzazione dell’Istria messo in atto dal governo fascista nei decenni precedenti; in parte l’operazione è una componente della più complessiva strategia del movimento comunista sloveno, integrato dal movimento comunista jugoslavo diretto da Tito che vuole liberarsi di tutti gli oppositori del regime e annettere l’Istria alla Jugoslavia comunista. L’obiettivo viene raggiunto con il trattato di pace di Parigi nel 1947. Il trattato, siglato dalla Jugoslavia e dall’Italia, assegna l’Istria alla Jugoslavia.

Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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