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La nascita della Nato



Nell’aprile del 1949 a Washington i rappresentanti di Stati Uniti, Canada, Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Norvegia, Danimarca, Islanda, Portogallo e Italia firmano il trattato Nord Atlantico (comunemente noto come Patto Atlantico). Si tratta di un’alleanza difensiva tra i paesi firmatari, in base alla quale un attacco a uno dei paesi membri viene considerato come un attacco indirizzato anche a tutti gli altri. Il trattato prevede anche la formazione di un organismo permanente di coordinamento militare tra i paesi aderenti, NATO (organizzazione del trattato Nord-Atlantico). Nel 1952 aderiscono anche la Grecia e la Turchia e nel 1955 si aggiunge la Germania federale.
A Est si risponde con la costituzione nel 1955 del Patto di Varsavia, un trattato di alleanza militare tra l’Urss e i paesi europei (Bulgaria, Albania, Romania, Cecoslovacchia, Polonia, Germania Est e Ungheria).
Gli Stati Uniti nel 1949 approvano la costituzione della CIA, un’agenzia di Intelligence, che coordina i servizi di spionaggio, di informazione e di sostegno all’azione militare e diplomatica statunitense nel mondo.
Inoltre nasce una vera e propria ossessione comunista. Nel 1947 una legge pone limiti alle attività sindacali, vietando ai comunisti di occupare cariche sindacali. Nel 1950, un senatore repubblicano, Joseph McCarthy, annuncia di possedere liste di comunisti che si sarebbero introdotti all’interno dell’amministrazione pubblica e perfino nel Dipartimento di Stato (Ministero degli Esteri). Sebbene McCarthy non mostri mai queste presunte liste, la sua denuncia avvia una serie di indagini e di schedature di cittadini sospettati di comunismo. Il maccartismo (come è chiamata la persecuzione comunista, dal nome del suo ispiratore) comincia a prendere vigore. Dalla metà degli anni 50, la persecuzione preventiva basata sul semplice sospetto viene abbandonata. La carriera politica di McCarthy risulta danneggiata dall’idea che egli abbia manipolato le accuse lanciate negli anni precedenti. Muore alcolizzato nel 1957. Nonostante ciò, l’opinione pubblica americana conserva un atteggiamento di diffidenza e ostilità nei confronti dei gruppi radicali di sinistra, anche per coloro che non hanno un orientamento comunista.
Nel 1945 si ricostituisce un governo di ampia coalizione presieduto da Alcide de Gasperi, dirigente della Democrazia cristiana. Le elezioni del giugno 1946, nelle quali si elegge l’Assemblea Costituente e si tiene il referendum istituzionale, col quale gli elettori devono decidere se la nuova Italia dovrà essere una monarchia o una repubblica. Il corpo elettorale sceglie la Repubblica. La Costituzione viene approvata nel 1947 ed entra in vigore il 1 gennaio 1948. Si fonda un Parlamento bicamerale, diviso in Camera dei Deputati e Senato, eletti a suffragio universale. Il Parlamento possiede il potere legislativo e ha il diritto di eleggere, in seduta congiunta, il Presidente della Repubblica, cui viene conferito un mandato settennale. Il presidente ha poteri limitati, tra i quali conferire l’incarico al Presidente del Consiglio, che ha il compito di formare il governo sulla base della maggioranza che si è creata in Parlamento, dal quale riceve un voto di fiducia. La Costituzione prevede anche l’istituzione di una Corte costituzionale, che ha il compito di verificare la coerenza delle leggi approvate dal Parlamento con i principi e le regole stabilite dalla Costituzione stessa.

Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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