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La posizione antioccidentale della Repubblica islamica


La Repubblica islamica assume subito una posizione antioccidentale e antistatunitense. Particolare è anche la condizione delle donne, a cui viene imposto di non potersi presentare in pubblico senza essere coperte da un velo (chador). Tuttavia le donne possono uscire da sole di casa, istruirsi e lavorare e partecipare alle elezioni.
La nascita dell’Iran islamico è malvista dall’Iraq, uno Stato guidato da Saddam Hussein. Quest’ultimo è un sunnita (guida politica e spirituale della Comunità poteva accedere qualunque musulmano pubere, di buona moralità, di sufficiente dottrina e sano di corpo e di mente) che governa uno Stato che ha una popolazione per maggioranza sciita (la guida deve discendere da Maometto) e teme che il successo e la predicazione di Khomeini possano indurre gli sciiti iracheni a ribellarglisi per seguire l’esempio degli iraniani. Così nel 1980 decide di lanciare una crociata contro gli iraniani. Dopo otto anni non ci sono né vinti né vincitori e i confini di entrambi i paesi non mutano. Saddam Hussein decide nel 1990 di invadere il Kuwait perché ha bisogno di altre ricchezze petrolifere per finanziare il conflitto. Le Nazioni Unite, con l’appoggio di Gorbaćëv, intervengono con un corpo di spedizione guidato dall’esercito americano e gli iracheni sono costretti a ritirarsi nel 1991.
Dal 1979 in Afghanistan è in corso una guerra tra il governo comunista afghano, sostenuto dalle truppe sovietiche, e le formazioni guerrigliere dei mujaheddin. Gorbaćëv nel 1989 è costretto a far ritirare le sue truppe a causa della crisi in Urss. Nel 1992 il governo afghano è sconfitto dai  mujaheddin che sono divisi in vari gruppi guidati da diversi signori della guerra. Seguono quattro anni di caos e conflitti da questi diversi gruppi finché nel 1996 su tutti si impongono i talebani (studenti di scienze islamiche). Viene costituito l’Emirato islamico di Afghanistan. Le leggi si basano sulla Sharia e le donne sono costrette a portare il burqa, il velo integrale che non lascia visibile alcuna parte del corpo, a esse sono precluse le attività lavorative ed è impedito l’accesso a scuole che non siano scuole di istruzione religiosa.
Nel corso degli anni 80 e 90 segnano la nascita di un movimento musulmano radicale. Il teorico più importante che si adopera per la formazione di un movimento globale è il palestinese Azzam, sunnita e studioso di scienza coranica. Questi sviluppa l’idea di un jihad globale che deve basarsi sulla disponibilità al martirio.
Tra i suoi seguaci troviamo il giovane Osama Bin Laden, musulmano sunnita e proveniente da una ricca famiglia.
In Afghanistan Azzam fonda Al-Qaeda (la base), un’organizzazione che ha il compito di federare e unificare i vari gruppi islamici radicali. Nel 1989 Azzam viene ucciso da un attentato dinamitardo e Bin Laden ne prende il posto come leader di Al-Qaede. Questi avvia una predicazione che insiste sulla lotta contro gli Stati Uniti, Israele, l’Occidente e tutti i nemici dell’Islam.La tecnica del kamikaze fu usata per la prima volta nel mondo arabo dal gruppo radicale sciita, Hezbollah (Partito di Dio), attivo nel Libano contro le truppe israeliane. Bin Laden rilancia quest’esperienza chiarendo che il martirio non è un suicidio (proibito dall’Islam) ma una gloriosa morte in battaglia.
L’azione più clamorosa di Al-Qaede viene compiuta l’11 settembre 2001. Quattro aerei statunitensi di linea vengono dirottati da piccoli gruppi di militanti islamici. Due aerei vengono fatti schiantare contro le Twin Towers, situate nell’aerea di New York del World Trade Center. Entrambi i grattacieli crollano a terra. Un altro aereo viene indirizzato contro il Pentagono, edificio nei pressi di Washington che ospita il Ministero della Difesa. Un quarto aereo, forse indirizzato verso la Casa Bianca, precipita in Pennsylvania dopo uno scontro tra passeggeri e dirottatori.Il presidente statunitense George Bush jr organizza una spedizione in Afghanistan in quanto ospita le basi di Al-Qaeda. Bush ottiene il sostegno Onu e nel 2001 riesce a sconfiggere il governo talebano. Il nuovo e attuale regime dovrebbe portare ad un sistema politico democratico ma è ancora fragile e sotto il controllo di una forza militare multinazionale che viene attaccato dalle forze talebane.Nel 2003 Bush decide anche di attaccare l’Iraq per punire uno Stato islamico che non si è dissociato dal terrorismo islamico e acquistare il controllo diretto di una regione con risorse petrolifere. I motivi adotti per legittimare l’operazione sono che l’Iraq è in possesso di pericolose armi di distruzione di massa e che Saddam Hussein ha sostenuto politicamente e economicamente Al-Qaeda. L’Onu non offre il suo sostegno ma truppe statunitensi e britanniche partono lo stesso, attaccano l’Iraq e Saddam Hussein viene catturato. Nel 2006 viene condannato a morte dopo aver subito un processo.Anche in Iraq è stato mandato un corpo di spedizione con compiti di pacificazione e di controllo del territorio.

Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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