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Il consenso informato


Oggigiorno la volontà espressa dal paziente in merito alla decisione di sottoporsi o meno a trattamenti sanitari è diventata la condizione necessaria per l'attuazione dello stesso.
Quello che viene sancito è il principio di autodeterminazione del paziente, inteso come la capacità e la libertà di decidere per sé in base ad una corretta ed esaustiva informazione. Il medico oggi non può più intervenire in maniera arbitraria sulla salute e sulla vita del paziente che a lui si rivolge, o alle cui cure è affidato, senza il suo espresso consenso.
Esistono dei casi in cui l'acquisizione del consenso informato risulta difficile se non impossibile:
-     paziente minore d'età: di fronte ad un paziente minore d'età il medico ha l'obbligo di chiedere il consenso a chi esercita la patria potestà o al tutore del malato.
-     paziente malato di mente: la legge 13 maggio 1978 n. 180, il medico può sottoporre il paziente al percorso diagnostico-terapeutico ritenuto più opportuno, fermo restando l'obbligo di rispettare il paziente in quanto essere umano.
-     situazioni di particolare urgenza, come ad esempio il pronto soccorso: il medico può agire senza previo consenso da parte del paziente che versa in gravi condizioni di salute, o da parte dei suoi familiari, scegliendo comunque la cura e le terapie più adeguate al caso e compatibili con lo stato di gravità e di emergenza nel quale si trova costretto ad operare.

Tratto da MANUALE DI SOCIOLOGIA DELLA SALUTE di Angela Tiano
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