Cultura pop, beat
Il fatto che esca solo molto dopo negli Stati Uniti, dipende forse dal fatto che Klein non era molto amato in madrepatria.
New York era accompagnato da delle didascalie, scelta anticonvenzionale in quanto erano riportate in un fascicoletto separato di 16 pagine.
In questo senso ha molto a che fare con l’editoria popolare, in particolare il tabloid e il mondo della cultura di massa.
• Le foto ci mostrano una New York “squallida”, immagine che si allontana nettamente dal mito del sogno americano e ci trasmettono un profondo senso di inquietudine ed esasperazione.
• I contrasti tonali sono ottenuti grazie a particolari tecniche di stampa e all’impiego del flash.
• Utilizzo di obiettivi grandangolari da 28 mm.
Pur conoscendo l’opera di chi lo ha preceduto, egli non voleva inserirsi all’interno di una tradizione fortemente codificata. I codici presenti nella sua opera fotografica sono basati su una dimensione anti-tecnica:
• Immagini sgranate e sfocate.
• Immagini volutamente malcomposte.
• Immagini caotiche ed eccessive.
Esempio. "Negozio di dolciumi. Amsterdam Avenue", 1955 → la foto sembra volutamente trascurata, lontana dai canoni estetici fino a quel momento di riferimento e caratterizzata da motivi geometrici che rinviano alla dimensione pubblicitaria.
→ poema fotografico soggettivo
Fotografo spesso citato insieme a Klein è Robert Frank, fotografo svizzero naturalizzato statunitense. Frank era stato assistente di Walker Evans e a metà degli anni ’50 ottiene una borsa di studio dalla Fondazione Guggenheim.
Nel 1958 pubblica il suo libro fotografico intitolato Les Americains, che contiene foto scattate da Frank in giro per gli Stati Uniti.
Egli è un innovatore e, al contrario di Klein, il cui sguardo è rivolto ai cittadini di New York, il suo è uno sguardo rivolto al popolo americano nella sua interezza.
Nonostante durante i suoi viaggi abbia scattato circa 28 mila negativi, all’interno del libro ne trovano posto soltanto 83.
Nell’edizione americana, uscita in seguito a quella francese, il libro si avvale poi di un’introduzione scritta da Jack Kerouac.
Nelle foto di Frank si alternano elementi ancora legati alla fotografia classica con elementi invece poco convenzionali.
• Estrema attenzione sul piano compositivo: le linee verticali dei telai dei finestrini rimandano a quelle orizzontali della bandiera a stelle e strisce degli U.S.A., motivo ricorrente all’interno del libro.
Altro nome importante all’interno del panorama fotografico di questi anni è quello di Shomei Tomatsu, fotografo giapponese che nel 1961 pubblica il libro fotografico 11:02.
Tomatsu faceva parte di un gruppo di fotografi che avevano dato vita all’agenzia Vivo e che avevano un rapporto spesso conflittuale con la presenza perdurante degli Stati Uniti sul suolo giapponese.
Il suo libro che comprende 119 foto in bianco e nero che ruotano attorno a due soggetti complementari:
→ i sopravvissuti all’esplosione della bomba nucleare su Nagasaki.
In questi anni, l’istituzione più importante continua ad essere il MOMA, che già da qualche anno è diretto da John Szarkowski. Quest’ultimo proporrà una serie di esposizioni importanti che culminano nei New Documents nel 1967, che segnano la consacrazione definitiva di fotografi come Gary Winogrand, Friedlander e Diane Arbus.
Gary Winogrand si forma con Brodovic e rappresenta una fotografia di carattere soggettivo, caratterizzata da una visione ravvicinata dei soggetti e da una partecipazione diretta agli eventi narrati.
Il suo era un rapporto viscerale con la realtà visibile.
Nel 1969 egli pubblica il libro fotografico intitolato The animals, nato dopo la separazione dolorosa dalla moglie, in seguito a cui per intrattenere i figli comincia a visitare parchi, zoo e acquari.
Tra le foto più famose che sono contenute nel libro ricordiamo Lo zoo a Central Park: foto che spiazza gli spettatori in quanto ambientata in un’epoca ancora difficile sul piano degli equilibri razziali, ma raffigurante una giovane donna bianca accanto a un giovane uomo nero. Uno degli elementi più spiazzanti è la presenza delle due scimmie in braccio ai coniugi, che ci rimanda a una forma sottile di satira sociale.
Non è chiaro in che misura i due fossero consapevoli della presenza di Winogrand che scattava la foto.
Lee Friedlander, invece, si concentra sulla vita metropolitana ed esaspera ancora di più la ricerca di natura soggettiva.
In quasi tutte le sue foto l’elemento caratteristico è la presenza del riflesso del fotografo sul soggetto, quasi a creare una sorta di autoritratto e quindi nel loro insieme una autobiografia.
Il tema è quello della vita metropolitana e i soggetti ricorrenti sono:
→ architetture
→ superfici specchianti
Esempio 2. "New Orleans, Louisiana", 1968. → gusto per la dimensione architettonica metropolitana e per il gioco autoriflessivo su superfici specchianti.
Diane Arbus, allieva di Lisette Model, durante la sua attività fotografica lavora anche come fotografa di moda e si avvale di una borsa di studio della Fondazione Guggenheim.
Si è parlato della sua attività come di una rivisitazione del genere documentario:
• i soggetti sono quasi sempre ritratti frontalmente
• Contesto percepibile in maniera indiretta, per esempio tramite gli abiti.
• Assenza di un giudizio esplicito.
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Dettagli appunto:
- Autore: Roberta Carta
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Beni culturali
- Esame: Teoria e Storia della fotografia/e
- Docente: David Bruni
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